Data reale: Maggio 2013 - Agosto 2013
Fonte: creazione del GM
Formazioni: 6.1
Motivazione: Inizialmente semplicemente tornare a casa, poi capire cosa sia successo a casa.
Svolgimento: l’azione riprende direttamente da dove avevamo lasciato i nostri eroi l’avventura precedente, nel confortante atto che chiude e suggella la maggioranza delle loro imprese: il teletrasporto a casa.
Nel mondo reale nel frattempo erano passati più di 6 mesi. Il tempo necessario perché completassi con la mia proverbiale celerità il capitolo successivo della campagna
Insomma, Sweet Home Specularum. Questa volta, però, l’anelito al riposo e alla familiarità viene subito infranto. Il gruppo riappare in un ambiente che è chiaramente la stanza laboratorio di Aleksiev a Castel Karameikos, ma questo è tutto ciò che rimane. La stanza è completamente spoglia, le finestre sono state murate e rimane solo una stretta e sbarrata feritoia orizzontale, la porta di legno è stata sostituita da una completamente di metallo. Come se non ciò non fosse abbastanza, la stanza è completamente permeata da un campo anti-magia, rendendo vano qualunque ausilio magico (Sì, lo so. Non ci si può teletrasportare dentro un campo anti-magia. Ma stavamo usando le regole dell’Hero System all’epoca, e per come avevo formalizzato certe cose, si poteva fare).
I nostri eroi non si perdono d’animo e, come è loro consuetudine, prima di usare le maniere forti, decidono di usare quelle fortissime, quindi si scagliano con tutto ciò che hanno contro la porta. Ma è tutto inutile. Privi di magia non riescono a scalfirla. Facendo un gran baccano riescono ad attirare l’attenzione di una guardia che gli conferma con scherno che sono in prigione per volontà del Duca in quanto traditori della corona. Spiazzati ancora di più, si ricordano del richiamo per le tortorelle di Scintilla e lo usano per inviargli un messaggio.
Le ore passano con il loro carico di domande per questa situazione anomala. A sera inoltrata, Aleksiev e Frollo vengono convocati dal Duca. Uno Stefano III insolitamente cupo accoglie freddamente i due. Li mette al corrente di un tradimento da parte della duchessa e da Adriana senza scendere nei dettagli. Aleksiev e Frollo in ceppi provano ad argomentare e capire, ma il duca spazientito non sembra volerli ascoltare. Mette mano sull’elsa della sua spada, come a volerla estrarre. Solo l’ingresso improvviso del castellano Garnelios lo interrompe. Principe e mezzuomo vengono riportati in cella.
Sarà lo stesso castellano a liberare il gruppo passata la mezzanotte, dicendogli di seguirlo se vogliono vivere. Garnelios riesce a portarli fuori aggirando in modi più o meno evidenti le guardie. Fuori li attende una carrozza e Scintilla in persona. Il re dei ladri ha ordito rapidamente tutto questo dopo aver ricevuto il loro messaggio. Garnelios è un suo alleato in questi tempi bui. La carrozza li porterà in un luogo sicuro e ora sono da considerarsi pari dopo gli avvenimenti della volta scorsa. Detto questo, Scintilla si dilegua mentre la vettura scarroccia per le vie di Specularum fino ad arrivare alla dimora del Ministro Bartran Cordelius. E qui devo fare ammenda, essendo incappato nella classica cecità da master di non capire che avere due PNG con nomi molto simili così ravvicinati avrebbe generato quel classico misto di ilarità e confusione. Tant’è che ancor’oggi i giocatori si confondono tra Garnelios e Cordelius, se non proprio li mischiano o ne inventano di assonanti.
Il rotondo e noioso ministro accoglie i nostri eroi e li mette al corrente di tutto ciò che è accaduto in loro assenza. Qualche giorno dopo la loro partenza, precipitano le condizioni del patriarca Jowett della Chiesa di Karameikos, che già da qualche tempo soffriva di una strana debolezza, che poco dopo muore. L’elezione per il nuovo patriarca vede contrapporsi due candidati di filosofia opposta: Halaran e Oderbry. La spunta Oderbry, grazie al voto a sorpresa di un vescovo che tutti davano per sostenitore dell’avversario e che poi scompare. I sostenitori di Halaran chiedono di sospendere l’elezione fino a che non si sia accertato che fine abbia fatto il vescovo, ma Oderbry li accusa di voler interferire con un voto regolare e procede alla propria investitura. Il nuovo patriarca mette subito in atto una nuova dottrina sciovinista e discriminatoria. Halaran e i suoi sostenitori disobbediscono. Oderbry chiede al Duca di intervenire ma Stefano rimane neutro. Allora Oderbry ritira il cappellano ducale dal castello e decide di fare da sé, scomunicando Halaran e tutti i suoi. E’ scisma. Le due fazioni si fanno chiamare Ortodossi, i fedeli ad Oderbry, ed Eterodossi, i fedeli ad Halaran, La tensione sale e gli scontri tra le due fazioni aumentano in tutto il regno. Nel frattempo il Duca comincia a comportarsi stranamente. Afferma di aver ricevuto notizie della ricomparsa di Aleksiev e compagni sull’Isola del Terrore e invia Hyraksos a cercarlo con una spedizione di cui non si è più saputo nulla. Successivamente i suoi giudizi diventano mano a mano sempre più palesemente parziali nei confronti dei traladarani. Quando Cordelius glielo fa notare, Stefano lo licenzia e lo sostituisce con un suo sottoposto traladarano. Ma saranno gli avvenimenti di Kelvin a far precipitare definitivamente le cose. I cavalieri dell’Ordine del Grifone della città si ribellano al barone Desmond, eterodosso, e lo uccidono. La guardia cittadina, guidata da un misterioso nobile locale noto solo come “Il Conte”, reagisce trucidando tutti i cavalieri ed eleggendo il Conte per acclamazione. Giunta la notizia a Specularum, Stefano decide di riconoscere l’autorità di questo Conte e, quando la duchessa chiede spiegazioni, la fa imprigionare insieme al resto della famiglia. Sarà solo grazie al sacrificio di Teldon e di Alexius Korrigan che la duchessa e i suoi tre figli riescono a lasciare la capitale, e dopo varie peripezie, riparare a Thyatis. Viene fatta girare la menzogna che la duchessa volesse usurpare il trono del marito e da allora il Duca ha cominciato a regnare in modo sempre più parziale e intransigente. Insomma, il regno è spaccato e in preda al caos. Altro, il povero burocrate non sa dirgli, se non che Adriana Karameikos sia rientrata da Thyatis con dei rinforzi e si sia attestata a Rugalov con una specie di resistenza.
Parzialmente stordito da questo imponente info-dump, il gruppo sceglie di non perdere tempo e partire subito alla volta di Rugalov, visto che i Karameikos di lì, quantomeno, non dovrebbero volere la loro pelle. Riescono ad arrivare giusto giusto ad accamparsi a Krakatos, dove rilevano la diroccata città emani una vaga e diffusa malvagità. Andando via Frollo scorge uno scheletro trasportare una pietra da costruzione, ma non gli dà molto peso.
Malgrado la stanchezza, continuano il viaggio e faticano a riconoscere il granducato a loro caro nella sporadica devastazione visibile intorno a loro: case e locande bruciate, campi abbandonati, cadaveri lasciati esposti vicino alla strada. Durante una breve sosta in uno delle locande superstiti, incappano in un gruppo di quei fanatici dei Figli di Halav armati fino ai denti e che riescono a scrollarsi di dosso solo grazie ad Aleksiev che gioca sulla loro venerazione per il padre.
Giungono infine a Varna, il possedimento della famiglia Meridion, e qui la tensione si allenta, benché le recenti fortificazioni fanno intuire che i problemi siano arrivati anche qua. La serenità di trovarsi in terre amiche li sprona a procedere a tappe forzate fino a raggiungere Rugalov, anch’essa trasformata in questi ultimi 6 mesi. Qui ritrovano finalmente Adriana, la sorella di Aleksiev, e tutta una serie di inaspettati alleati: i fratelli della duchessa, Claudius e Augustus Prothemian, venuti ad aiutare con i loro reggimenti personali, nonché Damian, il fratello minore del Duca Stefano e appartenente al misterioso corpo dei Forestali della foresta Vyalia.
Un piccolo inciso, come i più scaltri di voi avranno già intuito dal barocco proliferare di fazioni e famigliari, avevo decisamente tronodispadizzato la campagna. D’altronde ero reduce dalla lettura di tutti i libri usciti all’epoca e la serie TV stava facendo sfracelli. Tuttavia, come leggerete più avanti, non mi ha mai retto la pompa di essere crudele come Martin. Però, almeno io la campagna l’ho finita di scrivere. 🎤🠋
Adriana ragguaglia il gruppo sul resto della situazione. La duchessa è rimasta a Thyatis con Valen, il figlio minore; La Soglia al momento è assediata dalle forze degli Ortodossi e dall’esercito del regno; la baronia dell’Aquila Nera si accinge ad attaccare Luln; Martius, dati i suoi legami con la cittadina, è assente proprio perché è partito qualche giorno prima per dare il suo contributo alla loro difesa. Aleksiev ha giusto il tempo di battibeccare col maggiore degli zii, che intende spingere il suo approccio pragmatico e militare, quando il nano Dwalic lascia cadere lì una frase del tipo “Uh, questa storia di Martius da solo in battaglia mi ricorda il sogno che feci legato alla profezia”. Ricevendo sguardi sbigottiti e incredule domande, il biondo semiumano rincara: “Ah, non ve l’ho mai raccontato? No, mi sa di no.”
Insomma, nel sogno legato alla profezia che aveva spinto Dwalic a cercare il gruppo, c’era un avvertimento, neanche tanto metaforico, che Martius avrebbe fatto una finaccia. Questa infausta, e tardiva, previsione è sufficiente per spronare con ancora più foga Massimo che già voleva riunirsi al fratello. Il resto del gruppo segue, verso Luln. Verso la guerra.

