domenica 26 ottobre 2008

Era mio padre - parte uno

Contea di Redstone, 13 Sviftmont 959DI
Le assi scricchiolavano sotto i calzari imbottiti del generale. Lentamente, avanti e indietro, camminava sul palco, passando in rassegna con i suoi occhi inclementi la truppa. Ogni passo un lamento legnoso, e uno sguardo penetrante negli occhi di qualche legionario. Una brezza sostenuta spazzava il piazzale della roccaforte. Aria umida, provenienti dal mare. Anche se l'oceano era distante parecchie miglia, in mezzo non c'era null'altro che verdi brughiere e il vento perciò arrivava con tutto il suo freddo carico a gelare le ossa, apparentemente indifferente alle imponenti mura del castello. Le nubi, ben più in alto, sembravano non essere influenzate per nulla da tutto ciò. Immobili coprivano ogni spicchio di cielo, lasciando filtrare solo una luce grigia accecante. Se fosse il sole, più su, a generare la luce originaria, poi, era pura congettura immaginarlo. Da mesi, non se ne aveva traccia ad occhio nudo.
Un lamento del palco si strozzò a metà. Il tribuno Akrionigon si era fermato. Gambe divaricate, una mano sul fianco e l'altra a reggere l'elmo piumato. Dietro di lui l'enorme e leggendaria torre del Conte. Se non fosse stato per la posizione sopraelevata si sarebbe potuto pensare che avesse intenzione di sfidare tutta la guarnigione da solo. E che avesse ottime possibilità di vincere.
-Legionari! - Cominciò con una voce che sembrava potesse affettare l'aria. -Molti di voi sono qui come primo assegnamento. Da qualunque terra dell'impero veniate, avete deciso di arruolarvi, e siete stati mandati qua per diventare non comuni soldati, ma Legionari di Thyatis. Il più potente esercito del mondo.-
Concluse il preambolo con una pausa. Poi riprese.
-Come cittadini dell'impero sapevate che avreste ricevuto un addestramento rigoroso, severo, faticoso. Il giusto prezzo per diventare degli uomini migliori, pronti a portare la civiltà in nome dell'imperatore in terre sconosciute e, magari, diventare degli eroi...-
Lascio cadere l'ultima parola con una certa noncuranza. Come a intendere che non avesse molta importanza nel suo personale vocabolario.
-C'è una storia che qua tutti conoscono. La storia di questo castello. E tutti la conoscono perchè io ho imposto che la debbano conoscere. Ma qualcuno tra di voi è qui da talmente poco tempo che ha dovuto addirittura mettersi l'armatura di fretta per questa adunata, figuriamoci conoscere la storia...-
Il commento suscitò una pletora di lievi clangori metallici e brevi sussurri da parte di numerosi legionari sentitisi chiamati in causa. Lacci si strinsero con un gesto, corpetti si raddrizzarono e petti si estroflessero un po' dovunque.
-Il forte Zendrolion non porta il nome del Primo Imperatore a caso. Lo fece erigere lui stesso, qui, a Redstone, solo due anni dopo la grande liberazione. Una fortificazione ineguagliabile per grandezza e resistenza. Era il simbolo dell'intraprendenza e del valore thyatiano che non solo era riuscito a cacciare il tiranno, ma l'aveva inseguito fino all'isola dell'Alba, liberando gli altri popoli schiacciati dall'infame giogo alphatiano e accogliendoli in seno all'impero.-
Prese fiato. Era chiaro che la parte importante stesse arrivando.
-Da allora, i confini sull'isola sono mutati molteplici volte. Ma il castello di Redstone non è mai caduto. Ripeto: mai caduto. Mai! E sapete grazie a chi? Ai generali? Agli imperatori? A dei grandi eroi? No! Alla Legione!
Ora, i tiranni stanno tornando. Hanno aspettato con la testa abbassata dietro il confine per colpirci quando meno ce lo saremmo aspettato. Porto dell'Ovest è caduta due giorni fa. Il comando non risponde. I nostri esploratori confermano che unità alphatiane hanno valicato i confini di Dunadale. Domani, al massimo, saremo circondati.-
Ancora una pausa. Poi la voce riprese sferzante.
-Adesso, c'è un comportamento da uomini e uno da legionari. L'uomo è solo, l'unica cosa che per lui conta è sè stesso. L'uomo sogna la gloria, ma in quanto fine personale, essa è effimera e circoscritta. L'uomo valuta tutto in base al suo tempo limitato. Un uomo non avrebbe problemi ad accettare di entrare nella storia come uno di coloro che hanno lasciato che forte Zendrolion cadesse pur di avere la possibilità di vedere la prossima battaglia.
Il legionario, invece, non è mai solo. Egli è nella Legione. Egli è la Legione. Per il legionario conta l'impero. La gloria che cerca è una grandezza collettiva, perciò eterna. Il legionario non potrebbe accettare che il forte venga preso, poichè questo sarebbe una mancanza verso ogni cittadino dell'impero, un disonore nei confronti di tutti i legionari che l'hanno preceduto e che hanno ritenuto più importante lasciare ai posteri una vita da liberi cittadini piuttosto che il loro nome.-
A quel punto, li aveva tutti. Ogni singolo sguardo su di sè, e il suo inchiodato su tutti.
-Quindi, di fronte agli Immortali, vi chiedo: volete essere uomini o legionari?-
La guarnigione non ebbe un attimo di esitazione. Tutti, dal veterano al ragazzo con l'elmo di un taglia più grande, sarebbero stati Legionari, soldati del più potente esercito del mondo.

-Ke crante uomo il cenerale! Gliela faremo federe a quelle femminucce alphatiane.- Il greve accento hattiano sembrava non riuscire a dissipare l'allegria del rotondo giovane dai capelli color paglia. Il corpetto metallico tratteneva a stento le sue forme, ma non pareva impacciarlo alcunchè. L'adunata era stata appena sciolta, e si rivolgeva al suo compagno con cui tornava alle camerate. L'altro, leggermente più alto e decisamente più snello, era un classico thyatiano: pelle olivastra, capelli castani, occhi scuri. Adesso quegli occhi portavano un velo di preoccupazione, indifferente all'ottimismo dell'amico.
-Non so, Wulf.- Disse. -Magari aveva ragione mio padre. Sarei dovuto diventare un commerciante di cavalli. Come lui.-
-Ach! E troppo tardi. Gli inkantesimi alphatiani ti hanno trasformato in un cagasotto!-
-Bada a come parli! Scometto quello che vuoi che abbatterò uno dei loro maghi prima di te!-
Wulf, soddisfatto del nuovo vigore dell'amico, si permise un ghigno.
-Affare fatto! Kua la mano, Livius!-

martedì 14 ottobre 2008

Compagni comprensivi

La tua assenza porterà sicuramente alla nostra morte. Ma non voglio farti sentire in colpa...
Aleksiev a Frollo

I DIARI DI FROLLO - 3

La cripta è affollata dai malefici sacerdoti di Idris e da guardie vigorose.
Queste ultime attirano la mia attenzione e decido di buttarmi su una di esse.
L'infuriare della battaglia non mi consente di seguire bene l'evoluzione dello scontro, tuttavia vedo con la coda dell'occhio Massimo spiccare un balzo prodigioso verso l'altare... nel frattempo riesco a eliminare il mio avversario anche grazie al prezioso aiuto magico del Principe.
Padre Martius per evitare che le guardie piombino su di loro, blocca l'accesso al ballatoio che corre lungo la cripta con un muro di martelli rotanti... l'improvviso ostacolo sposta l'attenzione delle tre guardie su di me.
Sono tanti, troppi per me. Ma non posso fuggire o i miei compagni si ritroverebbero addosso questi micidiali combattenti. In difficoltà per l'inferiorità numerica, cerco l'aiuto di Padre Martius... ma non fa in tempo... buio. Ancora una volta.

Torna la luce. Asterius sia benedetto! Intorno tutto calmo, buon segno.
Padre Martius mi racconta brevemente di come la battaglia si sia conclusa poco dopo la mia morte: il Signore delle ombre era stato affrontato e battuto dall'astuzia del Principe, il Gran Sacerdote e i suoi seguaci si erano rifugiati dietro muri di pugnali e i due fratelli Decimo Meridio avevano raccolto il medaglione che indossava il Signore delle Ombre per poi distruggerlo.

Dal racconto che mi è stato fatto sembrerebbe che l'anima del Gran Sacerdote risiedesse dentro quel medaglione (il Principe continua a chiamarlo con un nome alquanto bizzarro: filatterio!) e che probabilmente il Signore delle Ombre ha preso possesso del corpo del Gran Sacerdote. Che sia vivo o che sia morto non è più affare che ci riguardi!
Irina è stata liberata, il tesoro che abbiamo ritrovato sotto l'altare, non è purtroppo, quello che ci aspettavamo e per il quale ci siamo spinti tanto a nord. Inoltre ha già un padrone: le tribù barbare.

Nulla ci trattiene più su questo altopiano, a parte Massimo che vorrebbe lasciare le tribù unite, purtroppo non credo avrà molto successo.
Si faranno la guerra non appena Henadin non sarà più li a guidarli e tutto a vantaggio delle truppe di Wendar che presto reclameranno queste terre liberate anche e soprattutto grazie al sangue delle tribù...

Ma ora finalmente si torna a casa.

giovedì 9 ottobre 2008

Primo imperialismo karameikota


Data: Klarmont(?) - Felmont(?) 999DI
Fonte: X1, L'Isola del Terrore
Antefatto: tornato a casa con tutti gli onori del suo diploma glantriano nuovo di pacca, Aleksiev comincia a pensare alla prossima mossa della sua carriera magica.
Motivazione: francamente non ricordo una motivazione precisa. Credo che all'epoca venisse considerato un passaggio inevitabile quello del viaggio verso l'Isola del Terrore ad un certo livello. L'analogo ruolistico della vacanza dopo l'esame di maturità, insomma. Difatti il modulo X1 era già stato giocato da me, con il mio precedente gruppo delle medie, senza concluderlo, e anche da Marco, che ne giocò una parte fondamentalmente sconvolta dal suo master precedente. Comunque sia, il gruppo scelse senza neanche troppi dubbi di partire alla volta della famigerata isola. Il loro obiettivo, considerando i mezzi a loro disposizione per tramite di Aleksiev, questa volta però non è la semplice esplorazione, ma una vera è propria conquista a scopo colonizzazione.
Svolgimento: Aleksiev spiega il piano al duca Stefano, il quale incomprensibilmente valuta il piano fattibile (com'ero naive un tempo...) e concede tre (o erano 5?) navi con relativo equipaggio al figlio.
La difficoltà dell'impresa, e nella vita reale l'allargarsi delle amicizie, richiese l'introduzione di due nuovi membri nel gruppo: la sacerdotessa Arcadia della chiesa di Karameikos e il nano Gord Spaccascudo. Con questa nuova formazione i nostri eroi, dopo un certo numero di preparativi, salpano alla volta dell'arcipelago di Thanegioth.
Il lunghissimo viaggo in mare procede all'inizio senza intoppi. La spedizione si concede anche una sosta a Ierendi per rifornimenti e relax (mi ero appena comprato l'atlante). Le cose cominciano a prendere una strana piega qualche giorno dopo, a sud del territorio ierendiano, in pieno mare aperto. Il principe, coadiuvato il più delle volte dal Thug, si lascia andare ad un comando oppressivo e dittatoriale, con pesanti punizioni corporali e sevizie per chiunque disobbedisca i suoi ordini o semplicemente lo indispettisca. Gli ufficiali della marina, esterefatti, provano a far ragionare Aleksiev, ma lo sforzo appare vano, quindi alcuni di loro, guidati dal capitano di una delle navi, pianificano un ammutinamento. Il giorno prefissato, la rivolta scatta, ma viene rapidamente sedata e gli scatenatori isolati. Il capitano ribelle, ferito a morte, giura vendetta maledicendo il principe e poi si getta autonomamente fuori bordo, scomparendo tra i flutti.
Il resto del viaggio, dopo questa dimostrazione di forza, procede senza intoppi e dopo circa venti giorni di navigazione, finalmente, la spedizione avvista l'isola e tocca terra nei pressi del villaggio di Panitube.

mercoledì 1 ottobre 2008

Appunti di Viaggio: Karameikos


Introduzione
Karameikos è una nazione di fitti boschi, lande selvagge e vecchie città. E' una terra antica e allo stesso tempo infusa di uno spirito nuovo. I suoi abitanti, di qualunque origine siano, sono fieri del loro paese, che considerano il migliore al mondo. Una convinzione che non deriva da ciò che hanno ma da ciò che si sentono in grado di raggiungere. Molti rimangono affascinati da questo atteggiamento, altri la considerano spacconeria da buzzurri di un paese arretrato. Comunque vogliate vederla, tra la vista della baia di Specularum, le escursioni nella foresta di Radlebb o un pasto in riva la lago incorniciato dai monti di La Soglia non potrete fare a meno di apprezzare ciò che Karameikos ha da offrirvi.

Le 5 cose da non perdere
-Una passeggiata dal castello del Duca fino alla baia Specchio attraverso il quartiere dei mercanti a Specularum.
-Un bicchiere di vino del Viandante a Rifflian (sognando il vino di Rugiada)
-La vista delle catena delle Cime Nere tra gli edifici di La Soglia
-Comprare giochini meccanici al mercato degli gnomi ad Altomonte
-Guardare il mare dalle scogliere vicino Sulescu sforzandosi di scorgere Ierendi

Informazioni
Superficie: 102.617 Kmq (circa la Iugoslavia)
Popolazione: oltre 436.000 abitanti (88% umani, 3% elfi, 2% gnomi, 7% altri)
Densità: 4,3 ab/Kmq
Tipologia di governo: Monarchia
Fuso orario: -1
Lingue: thyatiano (ufficiale), traladarano, elfico (callarii, vyalia)
Valuta: reale (mo), corona (ma), kopec (mr)
Industrie: legname, estrazioni minerarie (oro e argento), pellami, agricoltura.
Esportazioni: armi, armature, strumenti da lavoro, pelli pregiate.
Importazioni: animali da pascolo, metalli comuni.
Festività: capodanno (1 nuw), carovana degli gnomi (11 tha, Specularum), giorno dei morti (28 tha), cerimonia dell'età adulta (1 fla), giorno degli uomini di paglia (1 kla), notte dei fuochi (28 kla), festa della bestia (1 fel), giorno di Valerias (15 fel), compleanno del duca (svi 28), giochi del fante (15-21 kal).

Cenni storici
Karameikos possiede un passato turbolento, la maggior parte del quale si perde tra le nebbie del tempo.
Le più antiche testimonianze a riguardo sono tutte legate alla leggenda de La ballata di Halav, narrata per secoli dai bardi prima che venisse trascritta circa 600 anni fa. Secondo la leggenda, in tempi remoti Karameikos era abitata da varie tribù che vivevano perlopiù di caccia, pesca e agricoltura rudimentale e si riconoscevano sotto il nome di Traldar. Sapendo che era in arrivo una enorme invasione di uomini-bestia gli immortali protettori dei Traldar scesero sulla terra e insegnarono le arti del combattimento e della fusione del metallo a tre prescelti, ora Immortali della chiesa traladarana, Halav, Petra e Zirchev. Col tempo i tre insegnarono al popolo dei Traldar ciò che gli immortali avevano insegnato loro e unirono sotto i loro vessilli tutti i villaggi. Furono così pronti a fronteggiare il terribile attacco delle orde degli uomini-bestia. Dopo numerose cruentissime battaglie l'invasione venne respinta, ma Halav, già re dei Traldar, perì nello scontro finale contro il generale avversario.
Gli studiosi odierni affermano che pur se allegorici i fatti della ballata abbiano un fondo di verità. Rilevamenti archeologici dimostrano che durante quel periodo effettivamente le popolazioni furono protagoniste di un importante salto tecnologico, e ciò portò successivamente all'unificazione delle varie città. Si presuppone che le conoscenze siano state passate ai locali da qualche fonte esterna, tuttavia le varie ipotesi a riguardo non hanno trovato altri riscontri. Anche l'invasione degli uomini-bestia sembrerebbe coincidere con una grande, e inspiegabile, migrazione di gnoll che viene riportata in altre cronache dell'epoca.
A seguito dell'invasione, pur essendone usciti vittoriosi, il sistema di città-stato traldar andò con gli anni ad indebolirsi sempre di più, portando alla completa disgregazione del regno. Neanche un secolo dopo l'intero territorio era poco più di una terra di nessuno puntellata di comunità independenti dove alleanze, migrazioni e scorribande si susseguivano in una panorama sempre in evoluzione. Questa situazione si protrasse per almeno un millennio, durante il quale la popolazione cominciò ad identificare la propria terra come Traladara e loro stessi come traladarani, pur sognando sempre il ritorno all'eta dell'oro di Halav.
Verso la fine del V° secolo DI il settentrione del paese cadde sotto il dominio del Regno di Darokin. Vi rimase per due secoli quando la scoperta che il Re di Darokin fosse un vampiro scatenò la rivolta traladarana che trascese nel periodo delle Guerre Sante (652-728DI) quando si venne a sapere che molti clan traladarani ospitavano creature della notte. La guerra fu terribile e spazzò via interi clan, andando avanti a intermittenza con persecuzioni e roghi.
150 anni dopo Traladara, finalmente guarita dalle ferita della guerra, affrontava un periodo di forte cresctia economica. Il vicino impero di Thyatis, fino ad ora interessato marginalmente alle terre a occidente del proprio confine, decise di procedere alla conquista di quello che sembrava un promettente investimento. La conquista (900-903DI) fu rapida e abbastanza indolore. I thyatiani dichiararono Traladara un loro protettorato e ribattezzarono Marilenev, la nuova capitale, Specularum. La presenza dei thyiatiani migliorò sensibilmente la sicurezza della nazione e il commercio crebbe ancora di più.
Nel 970DI il giovane Stefano Karameikos, da poco succeduto al padre nel governo del granducato di Machetos, propose all'imperatore Thincol I di scambiare le sue terre di famiglia per il protettorato di Traladara e un forte grado di autonomia. Desideroso di risanare le finanze imperiali col patrimonio di Machetos l'imperatore accettò di buon grado. Stefano cambiò il nome di Traladara con il proprio e iniziò un programma d'insediamento del paese, invitando amici, parenti e thyiatiani comuni di buona volontà nella nuova terra. Il cambio di registro, in alcuni casi molto controverso, non piacque alla nobiltà locale che tentò di sfruttare l'occasione per impadronirsi del potere. Il clan Marilenev si rese protagonista di tutto ciò con l'insurrezione di Specularum (971DI). Gli agenti della famiglia riuscirono ad arrivare fino alla stanza dell'arciduca nottetempo, ma lui riuscì comunque ad armarsi e sconfiggerli. Fallito il tentativo di assassinare il nuovo reggente la rivolta si sgonfiò e la famiglia Marilenev cadde in disgrazia.
Negli anni successivi, sotto la guida del suo nuovo reggente, Karameikos intraprese la lunga strada verso la modernizzazione: si costruirono strade, fortificarono città, crearono comunità, istituì un esercito, crearono alleanze. Il flusso migratorio da Thyatis continuò regolarmente, attirando nel paese tutte quelle persone fiduciose di potersi costruire un nuovo futuro dopo essersi viste sbarrare la strada a casa propria.
Al volgere del nuovo millennio, pur sussistendo ancora casi di attrito tra thyiatiani e traladarani, e benchè una parte non esigua del territorio sia ancora di fatto "selvaggia", Karameikos è un paese giovane e intraprendente che comincia anche ad affermarsi sul piano internazionale.

Geografia
Karameikos si affaccia sul mare del Terrore e confina a ovest con le Cinque Contee, a nord con la repubblica di Darokin e a est con l'impero di Thyatis.
I maggiori rilievi sono il monte Pavel (1740m) e il picco Adrian (1575m), entrambi nella catena delle Cime Nere. A nord-est le Cime Nere si uniscono all'importante catena delle Altan Tepes, che però in questa zona non raggiunge elevazioni particolari. E' risaputo che sotto entrambe le catene corrono estese reti di tunnel e caverne, ma non ne esiste nè una mappa nè una stima precisa. I fiumi principali sono tre: il fiume Achelos che con i suoi affluenti sbocca nella palude Avvizzita, il fiume Volaga, la principale via interna navigabile, e il fiume Rugalov a est. Il 90% di Karameikos è coperto da boschi e foreste, i quali diradano solo nelle vicinanze di strade, fiumi, insediamenti umani e oltre i 1200m di altitudine.
La nazione non è organizzata in regioni. Ogni possedimento, facente sempre capo ad una città, paese o villaggio, ha un suo ben preciso territorio, di solito non più vasto di qualche miglio e molto spesso confinante con terre non occupate formalmente sotto il diretto controllo ducale ma di fatto terra di nessuno. La maggior parte della popolazione vive nei vari possedimenti, i cui governanti rispondono al duca in qualità di suoi vassalli.
Specularum
Specularum è la più grande città di Karameikos, con una popolazione di circa 50.000 abitanti.
Sorta ad ovest del luogo dove il fiume Altosbocco (o Volaga) si riversa nel mare, Specularum è una città commerciale, con un buon porto, ampie strutture per mercanti ed altri visitatori, e ha maggior parte dei comfort della civiltà. La città è circondata dalle fertili terre del feudo di Marilenev, e dalle terre del Barone Vorloi che confinano con il feudo di Marilenev a sudest.
Specularum è governata (tramite delegati) dal Duca Stefano Karameikos III, ed è la sede del governo della nazione. Altre forme di potere politico si possono trovare riposte nella corporazione dei mercanti, nella chiesa, e nelle ricche famiglie come i Vorloi, i Radu ed i Torenescu.
Marilenev
Piccolo villaggio di circa 900 anime all'interno della tenuta dei Marilenev, Qui sorge il Castello Marilenev, atavica dimora dell'omonimo clan traladarano che orchestrò la ribellione del 971. Il castello è una mostruosità gotica in pieno degrado. Lady Magda, l'attuale proprietaria, continua testardamente ad abitarvi per onorare la tradizione famigliare. Si dice che il governo del granducato abbia stanziato una somma per rimettere in sesto il castello ma che la famiglia l'abbia rifiutata.
Kelvin
Kelvin, la seconda città per popolazione, (20.000 abitanti), è sorta dove confluiscono i fiumi Ventoso, Altosbocco e Scendimonti (Waterolde, Shutturga e Volaga).
Kelvin sorse come punto di sosta carovane e come fortezza per a difesa del territorio. E un luogo cinto da alte e solide mura. All’interno vi è un largo spiazzo per le carovane ed una seconda cinta di mura dove si trova la città di Kelvin. All’interno della città si trova una terza cinta muraria che contiene la guarnigione ed il castello del barone Kelvin.
La città e le circostanti terre baronali sono governate dal Barone Desmond Kelvin II, figlio del fondatore della città.
Il Barone Kelvin, anche se giovane, governa saggiamente, con efficienza militaresca ed imparzialità.
Krakatos
Krakatos è un antico villaggio in rovina dotato di una cinta di mura; alcune delle vicende della “Ballata di re Halav” si sono svolte qui, ed il luogo esercita un certo fascino sui visitatori traladariani. Non è abitato.
Penhaligon
Penhaligon è una città fortificata, fondata 30 anni fa dai primi coloni come punto di passaggio commerciale tra Kelvin e Selenica. Ora conta circa 4000 abitanti ed è governata da Lady Arteris penhaligon, la giovane figlia del fondatore, deceduto nel 996.
Luln
Luln, una città di circa 5.000 abitanti, è una raccogliticcia comunità di rifugiati fuggiti dalla Baronia dell’Aquila Nera e da Forte Destino.
Il capo del villaggio è madama Sascia; lei sta organizzando il villaggio in una comunità più sicura, fortificandolo, e vi sono voci che stia cercando di ottenere un titolo nobiliare. Di recente la città ha ricevuto un inaspettato sostegno da altri nobili tramite l'utilizzo di truppe mercenarie provenienti dall'estero.
La Soglia
La Soglia è una comunità di boscaioli di circa 5.000 abitanti. Anche se piccola, è un posto decente dove abitare e non è così rustica come altre comunità della sua dimensione.
La Soglia è abilmente governata da Sherlane Halaran, barone e patriarca della chiesa locale, al quale si deve anche l'abitabilità della città grazie ai suoi editti sulla costruzione di nuovi edifici.
Forte Destino
Questa città una volta chiamata Halag, fu invasa e conquistata dal Barone Ludwig von Hendriks, l’ambizioso cugino del Duca Stefano (non aveva bisogno di conquistarla, poiché gli era stata concessa come baronia, ma voleva conquistare qualcosa). E un posto deprimente ed infelice dove vive una comunità rurale di 10.000 persone, tenute sotto il giogo dell’esercito del Barone von Hendriks.
Dmitrov
Una tranquilla cittadina di pescatori governata da Lord Lev Dromilov. 6500 abitanti.
Rugalov
Piccola comunità di 650 abitanti in esistenza da appena 30 anni. Le principali fonti di sostentamento sono i commerci con la vicina Thyatis e la pesca.
Sulescu
Sulescu è un vilaggio di circa 1000 abitanti. La famiglia Sulescu, oramai ridotta la solo Lord Zemiros, governa il villaggio e i territori limitrofi da circa 300 anni. Il villaggio è noto principalmente per la leggenda riguardante la misteriosa sparizione del contingente thyatiano durante l'invasione del secolo scorso.
Vorloi
Questa vivace cittadina di 7500 abitanti è il secondo porto della nazione e la sede dell'antica famiglia Vorloi. La famiglia utilizza il porto quasi del tutto per le proprie attività commerciali, dato che la maggior parte delle navi preferiscono dirigere direttamente a Specularum.
Varna
Villaggio marittimo sulla via Eastron, a metà strada tra Rugalov e Specularum. I circa 1200 abitanti vivono di pesca e agricoltura. Il reggente è Lord Livius Meridion, noto anche per il pregiato vino bianco che si produce dalle sue vigne.
Altomonte
Questa è una comunità prevalentemente di gnomi, dove abitano cinque clan di gnomi (5.000 circa) ed un clan di nani (circa 1.000). Il possedimento è ufficialmente retto da Dorfus Sorpassacolline, Re di Altomonte. Gli gnomi non riconoscono l'autorità del Duca, usano le proprie leggi e non pagano tasse all'erario ducale. Ogni primo di thaumont da Altomonte parte una carovana commerciale, che di solito giunge a Specularum 10 giorni dopo, ed è il principale contatto che gli gnomi tengono con il resto del granducato.
Le terre degli elfi Callarii e Rifflian
Gli elfi Calarii vivono nelle foreste centrali ad est ed ovest di Kelvin e nelle colline ricoperte di foreste a sud della comunità degli gnomi. II numero preciso della popolazione elfica di Karameikos non è noto (gli elfi non ci fanno caso e gli umani non riescono a farne una stima precisa), ma una stima approssimativa è che ve ne siano circa 7.500 in tutto il territorio, divisi in comunità di 100-200.
Com'è noto, gli elfi silvani, quali sono i Callarii, non costruiscono città e vivono in comunità tra gli alberi della foresta. Tuttavia per esigenze di commerciali comunicazione con altre specie viene sempre stabilita una stazione di scambio. Rifflian è questo luogo. Vi vivono circa 1700 abitanti, perlopiù elfi Callarii. La reggente è un elfa di nome Prestelle, nota soprattutto per essere una contrattatrice molto astuta.
Le terre degli elfi Vyalia
Gli elfi del clan Vyalia occupano tutta la parte della foresta Dymrak a ovest del fiume Rugalov. Molto più schivi e riservati dei Callarii non intrettengono nessun rapporto commerciale e politico con il Duca ed è noto che ignorino anche i confini transitando liberando tra Karameikos e Thyatis, ove si estende il resto del loro territorio.
Villaggi minori e altri insediamenti
Infine, anche se qui non ne parliamo in dettaglio, vi sono centinaia di insediamenti e villaggi in tutta Karameikos.
Vi sono diversi villaggi minori sulla mappa che non vengono qui descritti.
In più, ci sono centinaia di insediamenti lungo le strade ed i fiumi del ducato. Questi sono composti da una o due famiglie che coltivano la terra o lavorano come boscaioli, con popolazione che può oscillare tra una decina di persone e 750 abitanti.
(continua...)