mercoledì 23 novembre 2011

Il punto di Puzzetta, Il Re dei Giullari

Salve a tutti, sono Puzzetta il Re dei Giullari di Mystara e allieterò le vostre serate con una mia rivisitazione delle imprese dei nostri minchioni preferiti.

Il tema di oggi sarà l'investigazione.  Ed ecco a voi un sunto su quale sarebbe l'investigazione perfetta secondo i vostri eroi
 
FROLLO
E' stato ucciso un uomo... potrebbe essere stato un nostro nemico. Oppure un nosto amico. Oppure un amico che si finge nemico. Ma anche un nemico che si finge amico. Non tenderei ad escludere che possa essere qualcuno che non conosciamo. I fatti a nostra conoscenza non smentiscono l'ipotesi templare. Ne quella aliena. Tantomeno un faraone egizio. 
In ultima analisi potremmo esser stati noi stessi sotto l'effetto del controllo mentale di un faraone egizio templare di origine aliena nostro amico ma che si finge nemico. 

ALEKSIEV
E' stato il maggiordomo. 
Frollo, non potrai mai entrare nella guardia cittadina.

FLORIN
Osteria numero milleeeeee il mio cazzo fa scintilleeeeeeee.... 
Il ladro si chiama scintilla ergo abbiamo trovato il colpevole!

MASSIMO
La vera domanda non è chi ha ucciso....quanto... chi è il prossimo? 
 
MARTIUS
Ah Barò!... er momento è grave... no dico... nella misura in cui il prezzo delle ova ha toccato vertici da capogiro, fagocitando l'inflazione secondo la logica alienante del consumismo, a monte nascono tutta una serie de problemi gravissimi.... se te voi comprà un ovo oggi bisogna che prima te trovi un socio, così uno se magna er rosso e l'altro se beve la chiara... e il problema diventa de massa... e la massa che cos'è... la massa è na marea de gente... la massa sono tanti... il problema diventa sociale, dall'ovo se fa presto a arrivà alla guerra atomica! Ma tu te rendi conto ah Barò che pericolo de gniente... e quelli mica scherzano!!!

DWALIC
Omicidio. Prigione. Sbarre. La risposta è nel ferro!

martedì 22 novembre 2011

Una spada non è fatta per prendere polvere

Un colpo. Due colpi. Tre colpi. E continuare a colpire, finché non sembra averne abbastanza. E continuare ancora.
E l'acqua, di fonte o di pozzo non di mare. E il fuoco fino a farla tornare rosso. E ricominciare da capo.
Resa bianca nella fornace e gelata in acqua e olio, perché non possa spezzarsi. Sfreddata all'aria, perché si possa piegare. Tra l'incudine e il martello, per la robustezza e la forma.
Così nasce qualsiasi cosa. Una lama. Una pettorina. Un elmo. Persino le lamelle di una mazza d'arme ornamentale.
Chiunque lo fa. Solo i migliori lo sanno fare, alternando correttamente tra tempratura, rinvenimento e sbrozzatura.

Inspira profondamente e rumorosamente. Trattiene il fiato, mentre immerge nella vasca. Espira mentre l'estrae. L'osserva con i suoi piccoli occhi sepolti da strati di pelle e peli. «La tua anima è pronta...» soffia dolcemente lungo la scanalatura mentre l'inclina, la punta verso il guanto, quasi pronto a trattenerla dovesse scivolare dalle tenaglie. «...ora preparati a diventare una spada»
«Ancora a lavorare, Mastro Battiacciaio?»
Si gira di scatto, facendo scivolare la lama sul palmo aperto; «Messer Scudoalto...» inclina il capo accennando un piccolo inchino «...sto solo forgiando una spada; se stessi lavorando starei temprando i corpetti destinati alle guardie di palazzo» porgendo la lama all'ambasciatore come a mostrare il suo lavoro
«Chiamatemi Bolto» afferrando il debole con le dita quasi a tastarne le flessibilità, dicendo poi quasi tra sé e sé «Fresca di forgia, eppure già di fattura degna di un Mastro Fabbro quale voi siete - restituendola - ma non vi facevo tipo da andare in giro con una spada» accennando un sorriso dietro la folta barba.
«Ho forgiato una lama per ogni momento importante della mia vita - riponendo la spada sul bancone, per prepararla alla molatura - e non farò eccezione. Con questo ritmo, domani potrei passare alle incisioni e agli ornamenti»
«Una lama commemorativa quindi. E dopo che ne farete? L'appenderete sopra il vostro letto?» Messer Scudoalto si avvicina alla fiasca dell'olio per la mola.
«Una spada non è fatta per prendere polvere; la sua realizzazione è un'ode al Sommo Artigiano. Il suo utilizzo spetterà a qualcun altro - si mette seduto alla mola, attendendo l'oliatura per iniziare - la donerò a qualcuno sufficientemente colto da coglierne la grazia, ma non abbastanza da notarne le imperfezioni. Questa città mi sembra piena di candidati...»
I due nani si guardano e poi ridacchiano abbondantemente.

«Ma non credo che siate venuto fin quaggiù a vedere il mio lavoro, Messer Bolto...» interruppe la risata Mastro Dwalic diventando rapidamente serio, al momento di poggiare la lama sulla mola.
«Avete ragione, Mastro Dwalic - replica l'ambasciatore poggiando la fiasca dell'olio sul tavolino ed estraendo un foglio di carta dalla tasca - questa era appesa in giro per la città»
Mastro Dwalic si ferma, guardando prima l'ambasciatore poi la lettera. Si sfila il guanto e prende il foglio di carta.
Si sofferma a leggere per qualche secondo, smettendo di far girare la mola che lentamente rallenta la sua corsa. Respira profondamente. Alla fine, alza lo sguardo.
«Pensate che... dovrei...»
«Non dovete chiederlo a me, Mastro Dwalic - Messer Scudoalto comincia a camminare lentamente verso la porta d'ingresso - dovete chiederlo a voi stesso, in base a quello che mi avete raccontato»
Si sistema la maglia come a voler ritornare al contegno che si confà a un nano nella sua posizione; respira profondamente e conclude
«E ricordatevi: una spada non è fatta per prendere polvere...»

domenica 20 novembre 2011

Intermezzo - Uno sporco affare


Ci mise un po' a mettere a fuoco la realtà. Samuel Phasellus si raddrizzò al punto di stare seduto sul suo scarno giaciglio di paglia. Porto le mani al volto e si stropicciò gli occhi. Solo una pallida luce filtrava dagli stipiti della finestra. Il sole doveva essere tutt'altro che alto. Nel frattempo la porta continuava ad essere tempestata di colpi a ritmi irregolari. Si alzò emettendo un grugnito di rassegnazione e andò ad aprire.
-Alla buon ora! Stavo per chiamare i becchini!- L'apostrofò la solita dura smorfia del capitano Venation.
-Buongiorno anche te, capo.- Riuscì ad articolare con la bocca ancora impastata dal sonno. -Che succede?-
-Rogne. Vestiti.-

Fosse stato per lui non avrebbero preso la biga. La distanza non era eccessiva e si potevano tranquillamente risparmiare tutto il rumore, considerata anche l'ora. Tuttavia, Venation ne andava pazzo. Per lui era come un'estensione del proprio corpo. Samuel aveva provato a farlo desistere, ogni tanto, ma era stato inutile e alla fine si era fatto l'idea che per lui, quel mezzo e tutto il trambusto che poteva generare in una città come questa, erano una presentazione personale.
Il posto era un crocevia tra due strade principali del quartiere vecchio. "Strade principali", come aveva imparato ben presto, era un eufemismo per "vicoli più larghi" in quel quartiere, e queste non facevano differenza. Il cadavere stava riverso sul ciglio di una piccola fontana incastonata in uno degli angoli degli edifici sull'incrocio. L'acqua strabordante dalla vasca portava con se filamenti carmini di sangue per la strada. Accanto al cadavere, nella sua classica posa di ostentata spavalderia, stava il sergente Carolingus, stranamente in abiti civili.
-Per la miseria! Potevate almeno tirarlo fuori dalla fontana!- Fu la prima cosa che disse Venation scendendo dalla biga.
-L'avrei fatto, capo. Ma poi quello avrebbe fatto un casino.- Rispose Carolingus. Dove "quello" era inteso essere Samuel. Tra i due non correvano particolari simpatie.
-Bisogna evitare di modificare la scena del crimine per poter capire cosa è successo.- Aggiunse Samuel, giusto dietro il capitano.
-E' un'altra di quelle cose da frocetti che facevi a La Soglia?- Chiese Venation senza distogliere lo sguardo dal corpo.
-Sì.-
-Beh, siamo in tre. Ce lo ricordiamo.- Disse il capitano assestando un singolo calcione al cadavere e facendolo ruzzolare a faccia in sù sul terreno. Carolingus fece un balzo indietro per evitarlo ma allo stesso tempo sembrava divertito dalla svolta impressa dal proprio superiore. Samuel alzò gli occhi al cielo. In qualche modo, se lo aspettava. Concluse che era meglio lasciar perdere e andare al sodo.
-Chi l'ha trovato?- Chiese.
-Io e Kris. Rientravamo dalla taverna. Il caporale Skeltoron abita qua dietro.- Gli disse Carolingus.
-Rientravate a quest'ora?- Fece Samuel interdetto.
-Che c'è di strano?- Disse con noncuranza. -Una tranquilla serata in taverna. Un paio di pinte, qualche stuzzichino. Stavamo al Lupo Bianco, qua dietro. Capo, c'era quella Iolanda che cantava. Ragazza di classe. Gli vorrei imparare io un paio di canzoni...-
-Insegnare.- Lo corresse Samuel.
-See, quello. Comunque da lei mi farei capire.- Ribattè sardonico Carolingus.
-Siamo tutti contenti che ti ricordi ancora come si fa, Ray, ma stammi sul dannato pezzo.- Tagliò corto il capitano. -Kris, dov'è?-
-In quel vicolo laggiù. Non si può dire che abbia una resistenza nanesca alla birra...-
Nel frattempo Samuel si era chinato sul cadavere. Si cercò addosso per qualcosa che potesse usare per scostare le vesti del corpo senza lasciare tracce. "Che sto facendo?" pensò sconsolato, e quindi prese a frugarlo con le mani.
-Hei...- A qualche metro da loro apparve il caporale Skeltoron, anche lui in borghese. Avanzava lentamente, una mano sullo stomaco ed una vicina alla bocca. Il colorito verdognolo della sua faccia valeva più di mille parole sul suo stato attuale.
-Tutto a posto, amico?- Gli chiese Carolingus
-Deve avermi fatto male la zuppa di pollo.-
-Capo, guarda qui.- Samuel allungò una mano verso Venation. Teneva un tassello di legno.
-Cos'è quello?- Chiese il caporale Skeltoron. Sul tassello era incisa una corona a quattro punte.
-Che mi prenda Thanatos! Non pensavo ne avrei mai visto uno.- Esclamò Venation.
-Sembra simile a quello che aveva la vittima al cantiere Grandepiatto.- Disse Samuel.
-E' peggio. Quel pezzo di legno significa che questo povero sfigato è uno dei fottuti principi dei dannati ladri.-
Dall'altra parte della strada due persiane si aprirono con un distinto cigolio spinta da una vecchia.
-Forse, se siamo fortunati, la signora ha visto qualcosa...- Disse Samuel rialzandosi.
La vecchia sembrò per un momento colta di sorpresa alla vista delle loro divise, poi si adirò in volto e urlò tra i suoi pochi denti in uno stentato thyatiano.
-Bastardi! Tornati per finire lavoro, eh? Io no paura di voi!-
-Oh, vecchia megera! Hai le traveggole? Siamo guardie.- Non perse l'occasione di rimbrottarla subito Venation.
-So' chi siete. Bastardi! Visto voi uccidere ragazzo!- Si aprì lo spiraglio di una porta più giù, nel mentre, da cui un'altra donna osservava la scena.
-Che blateri, strega! Era già così quando siamo arrivati!- Altre persiane si aprirono. Samuel sentì su di sè parecchi occhi, i quali probabilmente erano lì da molto prima che la vecchia cominciasse la sua scenata.
-Cani thyatiani! Vi abbiamo visto, a voi guardie, prendere in cinque quel povero ragazzo e massacrarlo di botte.- Disse una voce maschile di indefinibile provenienza.
-Perchè non vieni qui a dirmele di persona, cuor di leone? Magari ti faccio sputare i denti che mancano alla strega qua davanti.-
-Capo, non mi piace come si stanno mettendo le cose. Forse è il caso di andarsene.- Suggerì Samuel mettendogli una mano sulla spalla. Venation stava per rispondere qualcosa quando venne mancato da qualcosa ad un palmo dal suo orecchio. Un pomodoro maturo si spiaccicò più avanti. Dall'altro lato della strada si vedevano raggrupparsi dei ragazzi con le mani piene di ortaggi.
-Questa giustizia di Duca! Uccidere gente solo perchè rubato a ricco?- Rincarò un'altra voce, seguita da altre esclamazioni in traladarano. L'atmosfera si stava palpabilmente scaldando.
-Capo, Phasellus ha ragione. Magari torniamo con rinforzi.- Disse quasi implorando il caporale Skeltoron.
-Che c'è, Kris? Hai paura che ti faccia male pure la verdura?- Lo canzonò con asprezza il capitano.
-Non hanno solo la verdura...- Disse Samuel indicando la vecchia della finestra di fronte che era improvvisamente riapparsa brandendo un secchio di legno abbastanza capiente.
-Merda!- Comprese il capitano, e corsero tutti verso la biga. L'idea della vecchia sembrò attecchire spontaneamente, poichè cominciariono a volare escrementi al loro indirizzo da più parti. Si accalcarono meglio che poterono sulla biga, troppo stretta per quattro persone, e Venation spronò i cavalli con una tale violenza che, sempre sotto l'irregolare pioggia di liquami dalle finestre, partirono con uno strappo, malgrado gli animali non si aspettassero il peso in eccesso. Un gruppo di cittadini furiosi stavano disponendosi davanti a loro per bloccargli la fuga, ma l'inerzia in eccesso del veicolo fu provvidenziale. Sfrecciarono in mezzo a loro, lasciandosi alle spalle.

-Questa storia puzza.- Disse Samuel cercando di riprendere il filo del discorso sulla biga in corsa, ora che erano distanti e il pericolo sembrava scampato.
-Lo credo. Hanno smerdato la mia biga.- Rispose Venation, rosso in volto e redini in mano.
-No, capo. Non quadra nulla. Erano convinti che lo avessimo ucciso noi o qualcuno di noi.-
-Ci sono un sacco di figli di puttana nella guardia Phorsis. Non sono tutti ligi come me.-
Samuel non potè fare a meno di innarcare un sopracciglio. -E sono anche stupidi? Perchè uccidere un principe dei ladri? L'avessero arrestato li avrebbero come minimo promossi.-
-L'oro fa fare molte strane cose.-
-Ma non ti obbliga a farle davanti a tutti. L'hanno ucciso in maniera plateale in un punto visibilissimo quando c'era un vicolo isolato a poca distanza.-
Il capitano Venation guardava fisso davanti a sè.
-Capo, mi stai ascoltando?-
-Hanno. Smerdato. La mia. Biga.-

giovedì 17 novembre 2011

In comunione con gli Dei.


Padre Martius sospiro' di nuovo.

Si era trovato in quella stessa situazione milioni di volte, e del resto era qualcosa che capiva perfettamente. I lunghi anni passati in preghiera, in meditazione, in comunione profonda con gli Dei non avevano cancellato la memoria di come erano stati la sua mente ed il suo cuore prima di essere illuminati dalla Divina Grazia. Sapeva che alcune cose, anche se semplici, non erano di facile comprensione per chi non sapeva e non sentiva.

"No, Barone, non ho detto questo."

"Padre, allora mi ripeta le parole esatte..."

Eccoci al punto, di nuovo ed ancora.

Come fare a spiegare la comunione con il divino, come tradurre in parole quella semplice sensazione, chiara come il sole eppure effimera come la luce, che rappresenta l'intima conoscenza della verità, che seppure palese sfugge ad ogni tentativo di essere inquadrata concettualmente? La sensazione e' qualcosa di forte, ma vaga allo stesso tempo.

Era chiaro al sacerdote che qualcosa non quadrava. Da quando il Mastro Nano era entrato nel suo studio aveva iniziato a sentire quel solletico al cuore, e quella sensazione che la sua esistenza stesse nuovamente per passare vicino alle strade degli Dei era tornata a farsi viva e forte. Ed ora, quel furto. Piccolo, certo, ma questo non l'avrebbe mai detto al mezzuomo... Piccolo, eppure evidentemente legato agli eventi che iniziavano a dipanarsi di fronte a lui.

La domanda era forte: questo Re dei Ladri, questo Scintilla... Che parte aveva lui sulla scacchiera della partita? Era un pezzo avversario? Un alleato? A volte le prime impressioni possono ingannare, e Martius sapeva bene che persino Asterius ha spesso simpatia dei ladri: anche se i libri del suo credo evitavano il discorso con attenzione, aveva viaggiato e visto abbastanza per capire che le vie degli Dei sono imperscrutabili, e che gli eventi a cui una strada conduce sono molto oltre la linea dell'orizzonte degli eventi visibile ad un mortale per essere compresi con la mente... Ma il cuore di colui che e' ben guidato e si affida corpo e anima, sente quello che deve sentire. E lui, ora, sentiva che in quel ladro c'era qualcosa che gli stava sfuggendo.

Ed era per questo che aveva scelto di dedicare un momento alla comunione con gli Dei, per lasciare che la Bianca Luce illuminasse la sua mente ed il suo cuore, e gli facesse... sentire dove il giusto aveva deciso di risiedere, quale strada sarebbe stata quella conveniente per assecondare il volere degli Dei a lui cari. E la Luce venne.

Tuttavia, la Luce e' solo consapevolezza di una vaga direzione. La Luce illumina la strada di chi vi si affida, ma non compie i passi per lui. La Fede viene sempre messa a dura prova in ogni azione, in ogni momento, ed e' con la Fede che il cammino indicato si apre pian piano. E la Luce aveva illuminato diversamente da come si aspettava quella figura ammantata di oscuri interrogativi che era stata, fino a quel momento, il Re dei Ladri. E la Luce aveva… chiesto aiuto, a modo suo. 

Ma come esattamente, e per cosa di preciso… Non era certo questo il livello degli interrogativi che questa consapevolezza dipanava. E non era questa l'utilità per l'uomo di fede che deve compiere i suoi passi con il cuore forte. La luce indica il cammino, per permettere al vero fedele di camminare e rafforzarsi lungo la strada. Il cammino stesso e' lo scopo, non la meta finale e a volte nemmeno il suo raggiungimento.

Eccoci dunque al punto, di nuovo ed ancora... Quali sono dunque le parole esatte che loro si aspettano di udire?

"Barone, e' solo la mia interpretazione, ed intendo dire che..."

mercoledì 16 novembre 2011

La sfida di Scintilla

Miei cari concittadini, ne è passata sicuramente di acqua sul fiume Volaga dall'ultima volta che avete sentito parlare, ovviamente in termini entusiastici, delle imprese mie e della mia corte.
Che debbo dirvi? Anche l'uomo che ha fatto dell'azione audace e perigliosa suo diletto, ha bisogno di riposo. Inoltre, gestire i miei sudditi non è mica poca cosa. Essere un sovrano equo, che riequilibri le ingiustizie di quel caso crudele capace di nascondersi dalla provvidenza degli immortali, è compito che richiede massima attenzione. Poco ci vorrebbe ad amministrare la mia corte con grezza e inelegante mano pesante, badando solo al vile denaro, senza sentimento, senza arte. Ma sarebbe troppo facile, e per nulla nobile.
Tuttavia, gente di tal fatta, si è divertita a dire in giro che mi sia rammollito, che oramai io aneli solo la tranquillità delle coltri, pasciuto del mio passato di gloria.
Oh, come si sbagliano costoro!
Oggi, per chi di voi ancora non lo sapesse, il vostro Re ha alleggerito un noto barone mezzuomo del suo preferito arnese da battaglia (la sua spada, o voi persone maliziose). Il mio personalissimo modo di raccogliere il guanto di sfida.
Quale sfida? E' presto detto. Sappiamo tutti qualche storia riguardo il nostro caro eccentrico principe e la sua particolare guardia d'accompagnamento; ebbene, io, Scintilla, il Re dei Ladri, ruberò le armi personali di ognuno di loro. Ho cominciato oggi con il ricco barone Grandepiatto, al quale seguiranno il sacerdote, il cavaliere, fino a lui, il principe in persona. E per zittire subito quelle malelingue che già insinueranno l'idea di aver colpito il barone in modo subdolo, e ci può anche stare, e da comune ladro, questo giammai, annuncio sin da ora che il prossimo bersaglio sarà proprio lui, il principe Aleksiev Karameikos. Dirò di più: allo scoccare della mezzanotte del prossimo giorno, la spada del principe sarà nelle mie mani.

Gioite, miei concittadini, lo spettacolo sta per cominciare!

martedì 15 novembre 2011

La profezia del Nano

E il fabbro dalla barba d'oro cercherà la luce
Che di giovane splendore si specchia nella baia
Facendosi casa per il sacro artigiano che conduce
Troverà i suoi pari per la gran battaglia

Perchè ciò che non è concluso torna
E si traveste per diventar tiranno
Nella notte del gran demone di corna
Solo con il sesto cinque resisteranno

venerdì 14 ottobre 2011

Prologo - parte tre

Appena Prima
Inspira.
Espira.
Inspira.
Espira.
Inspira.
Espira.
Lascia fluire l'aria. Seguila con la mente. Fai scivolare i pensieri nel flusso. Uno ad uno. Lasciali scomparire. Concentrati. Ascolta il tuo corpo. Percepisci ogni singolo muscolo. Senti la tensione che racchiude. Parlaci. Farà tutto quello che desideri. La Perfezione? No, ma quasi. La perfezione è irraggiungibile, ma questo non vuol dire che non valga la pena provarci. Eh eh, grazie anche per questa, vecchio... No, attenzione, non divagare. Torna a seguire il respiro. Ecco. Un po' più basso il bacino, leggermente più avanti il busto, piega le ginocchia quel tanto che basta. Non perdere il ritmo. E' il tuo ritmo, ed è in armonia con tutto il resto. Con i tetti. Con le strade. Con la città. Con la notte. Se sei parte di loro, allora tutto verrà naturale. Il momento è lì, da qualche parte. Lo vedi? Lo senti? Aspetta...
Espira.
Inspira.
Espira.
Inspira.
Via! Veloce, sì. Goditi l'aria che ti taglia la faccia. Non badare al ciglio che si avvicina. Non lasciare che ti atterrisca. Sei la città. Sei la notte. Niente ti può accadere. Salta! Ecco il doccione che ti corre incontro. Su le gambe. Ammortizza. Un tocco leggero. Salta! Ora il terrazzo. Non ti fermare. Capriola a terra. Mantieni la velocità. Ti serve. Pennone a sinistra... parete a destra. Destra! Concentrazione. Questa è mediamente difficile. Salta! Piede sinistro sulla parete, subito il destro sulla parete del pennone. Slancio. Su le braccia. Preso! Gambe in avanti. Raccoglile. Un giro. Ripeti. Altro giro. Lascia. Ah! Finalmente in cima.
Inspira.
Espira.
Inspira.
Espira.
Non male. Direi che mi merito la mia reputazione. Ora, la corda. Sciogliamola dalle spalle e giramola intorno a questo comignolo. Un paio di strattoni. Sì, regge. Adesso, piano sulla pendenza. Passi lenti e leggeri. Dovrebbe essere un solaio vuoto, ma meglio essere prudenti. Ecco il bordo. Giù. Lascia andare la corda quel tanto che basta. Così! Ma... dannazione! Almeno mezza iarda più in basso! ...quasi perfetto ...ovvio. Bene. Un altro po' su. Vediamo questa persiana. E' nel lato interno al cortile... non dovrebbe essere difficile da... là! Fatto. Talmente facile da essere quasi un insulto. Un passo dentro. Silenzio.
No, no. Non svegliatevi per me. Sì, sono il Re, ma prendo solo una cosa e vado via.

mercoledì 12 ottobre 2011

L'angolo del Nano 2

Interrompere un Incantesimo
Avevo cominciato a scriverlo nel commento al precedente post, ma preferisco parlarne a parte; dunque la domanda è che svantaggi comporta essere attaccato in corpo a corpo per un incantatore?
1) se l'incantesimo richiede Concentrazione, attaccare l'incantatore fa fallire automaticamente il lancio; eventualmente, a discrezione del GM, può effettuare un tiro EGO (con -1 ogni 2 STUN subiti) per evitare di perdere l'incantesimo.
La concentrazione va mantenuta fino alla prossima fase, il che significa che per un incantesimo costante è possibile far perdere l'incantesimo per tutto l'arco delle fasi, anche attaccandolo dopo che l'incantesimo è stato lanciato.
Esempio: uno stregone ha SPD 3, quindi agisce alla 4, 8 e 12, e lancia una Pioggia di Fuoco, incantesimo costante che fa danno ad area. Può venire attaccato nel segmento 4 da un personaggio con DEX minore (quindi dopo aver lanciato l'incantesimo), nel segmento 8 da un personaggio con DEX maggiore (ovvero prima che agisca nuovamente lui), oppure può venire attaccato nel segmento 6 da un personaggio con SPD 4. In tutti i casi, se subisce danni può perdere l'incantesimo.
Se l'incantesimo è istantaneo, parte nel momento in cui effettua il lancio dell'incantesimo (effettua il tiro, per esempio); colpirlo prima che cominci a lanciare o dopo che l'incantesimo è già stato lanciato, non sortisce effetto. In quel caso ha senso posticipare l'azione in modo da colpire l'incantatore mentre sta lanciando l'incantesimo; se un personaggio è più lento può posticipare la sua azione della fase precedente.

2) Se l'incantesimo non richiede concentrazione, bastonarlo non inficia il lancio dell'incantesimo. Altri effetti possono comunque essere ottenuti:
2a. Stordire l'incantatore, ovvero infliggergli con un singolo attacco STUN pari o superiore alla CON, gli impone di perdere la sua successiva azione per riprendersi dallo stordimento, e pertanto non può lanciare incantesimi, viene inoltre interrotto il lancio di un incantesimo con Extra Time: Extra Segment o superiore, e fermato un incantesimo costante attivo.
Nel caso di Attacco Multiplo (Multiple Attack) il danno eseguito dai vari attacchi viene calcolato separatamente; sinceramente non ricordo se in caso di attacchi combinati di più attaccanti (più persone che attaccano con il Multiple Attackers Bonus dovuto a un tiro Teamwork ottenuto con successo) ma dubito
2b. Bloccare l'incantatore con l'uso di una manovra di Grab (afferrare; -1 OCV e -2 DCV) oppure con un Entangle; questo impedisce all'incantatore di lanciare incantesimi che richiedono gesti o l'uso di focus (ciò se non erro è sempre vero per la maggior parte di incantesimi arcani ma non sempre per incantesimi divini); particolari incantesimi come parole di potere possono essere comunque lanciati.
A discrezione del GM, fare attacchi mirati possono dare penalità; se miri a una mano mentre sta gesticolando, potresti interrompere l'incantesimo (tiro per colpire con -6 OCV; il danno inflitto è ridotto, ovviamente). Essendo a discrezione del GM non ho idea di quanta sia la penalità, ma orientativamente userei le stesse regole della concentrazione. Analogamente, per interrompere un incantesimo istantaneo bisogna ritardare l'azione al momento del lancio.
2c. Silenziare l'incantatore con un incantesimo apposito (costruito come Darkness Hearing) gli impedisce di lanciare un incantesimo con componente vocale; se l'incantatore è semplicemente Assordato (con Flash Hearing) dovrebbe avere delle penalità; ora non mi ritrovo dove parlava di queste penalità, ma sono opzionali a discrezione del GM (io direi dell'ordine di un ulteriore -1 per Punto Attivo dell'incantesimo). In maniera analoga a quanto prima, a discrezione del GM, si può scegliere di fare un Grab per azzittire l'incantatore tappandogli la bocca ma ovviamente in quel modo rimane libero di gesticolare. Anche fare un attacco diretto alla gola (con un -9 se non erro) può a discrezione del GM impedire il lancio dell'incantesimo con componente vocale (di fatto, lo ammutolisce per un po')
2d. Disarmare l'incantatore ovvero togliergli i Focus; questo è valido solo per alcuni specifici casi, ma può avere i suoi begli effetti: togliere al mago il suo bastone del potere che usa per lanciare incantesimi è sicuramente molto utile. Ma a parte quello, fargli cadere dalla mano il componente materiale, l'amuleto, il simbolo sacro, lo strumento musicale, o quello che è, impedisce completamente il lancio dell'incantesimo. Attenzione che alcuni focus possono essere piuttosto difficili da togliere con un attacco; togliere di mezzo il bastone del potere è relativamente facile, mentre sfilare un anello o un amuleto dal collo può richiedere un Grab e un turno intero di tempo.
Analogamente a quanto detto per un incantesimo che richiede gesti, colpire la mano o l'arto che deve manipolare il focus può prevenire l'uso del focus, a discrezione del GM; non tutti i tipi di Entangle o Grab però prevengono l'uso di focus.

Come sempre ne "L'Angolo del Nano", sono spiegazioni di come funzionano certe dinamiche di combattimento; non sempre si applicano a tutti i casi specifici: un mago umano può lanciare un incantesimo tramite formule magiche, gesti arcani, focus e concentrandosi, in quel caso è molto facile impedirgli di lanciare un incantesimo. Un sacerdote può essere più difficile perché può decidere di comprarsi gli incantesimi senza determinati svantaggi, di fatto rendendo l'incantesimi molto più costosi ma più difficilmente interrompibili.
Una creatura altamente magica tipo un demone potrebbe essere in grado di lanciare incantesimi senza suddette limitazioni, in quel caso l'unico modo di fermarlo è tenerlo stordito...

martedì 11 ottobre 2011

Prologo - parte due

Poco Prima
Era come un dormiveglia. Sospeso in un continuo dondolio tra sogno e realtà. Da quanto tempo ormai? Non ricordava. Nella profondità in cui era stato relegato era tutto falsato, tutto distorto. Il tempo aveva presto perso senso, allungandosi e accorciandosi seguendo una volontà che gli era estranea. Luci e suoni arrivavano confusi ed esagerati. Un caleidoscopio in cui era impossibile intravedere forme e percepire significati. Delle volte un colore e un rumore prendevano il sopravvento e tutto si uniformava in un unica voce. Il grido cromatico di una sensazione divenuta quasi palpabile. C'erano dei momenti in cui sembrava che fosse sul punto di risvegliarsi. Nell'apice del suono-colore qualcosa intorno a lui cambiava, e allora riusciva a districarsi, a fare ordine, a ritrovare i contorni.
La prima volta che accadde venne quasi colto di sorpresa. I mille raggi che lo accecavano si abbassarono di colpo a formare una stanza di un edificio di pietra dal tetto in paglia. Anche le urla che lo assordavano diminuirono, come se si stessero sfilando ad una ad una dal coro. Sentiva il rumore della pioggia fuori, il freddo diffuso dell'umidità, il tepore del caminetto acceso. Le urla finirono di sfilarsi lasciandone una sola, quella di un uomo. Era anziano e se ne stava lì, in ginocchio davanti a lui, la sua mano sulla testa canuta. Urlava ad occhi chiusi. Nei contorni del suo campo visivo intermittenze rosse si attenuavano in mezzo a ramificazioni verdi. Il verde finì per coprire tutto. Si sentì ricacciato nell'abisso. Era sempre un attimo, e si portava il gusto dell'aria dopo l'apnea forzata.
La seconda volta arrivò meno bruscamente. Tutto si attenuò fino a lasciare un unico ritmo, il suo respiro affannoso, e le scure tonalità di un bosco di conifere. L'ambiente si aprì in una radura. Tutto intorno vigeva un'aura di equilibrata serenità. Pietre dalle dimensioni di un uomo delimitavano un'area circolare. Al centro di questo circolo di pietre solo un albero. Si avvicinò lentamente. Ondate blu montavano dal basso. L'albero era secco e grigio, eppure le sue fronde ospitavano foglie piene di vigore, benché fossero del marrone dell'autunno. Si chinò e cominciò a scavare a mani nude ai piedi dell'albero. Sentì il dolore della terra che feriva le dita. Poi il blu si prese tutto.
Questa volta, invece, era stato come un colpo di gong nel pieno del silenzio della notte. Lampi rossi e bianchi si alternavano. C'erano a torce, a rischiarare un'oscurità sotterranea. C'erano boccette di liquidi colorati e viscosi, cadaveri di piccoli animali ed erbe, tutto alla rinfusa sul pavimento. E c'era, su un tavolaccio, una donna, legata e imbavagliata, gli occhi spalancati dal terrore. Il rosso divenne predominante. Scagliò un lungo bastone lontano da sè, nel buio. Il rosso ormai era solido e madido di furia. La sua coscienza vacillò investita da scosse di pura frustrazione. Poi uno strappo improvviso e si trovò a percepire la ruvida superficie di un pensiero in mezzo al caos di pulsazioni carminie: "Non funziona. Serve più potere. Molto più potere." Il colore nero entrò in scena e ballò con il rosso in lunghi cerchi concentrici. Le sue mani si strinsero sul collo della donna. Al centro del gorgo nero la sua immagine apparì sempre più lontana, sempre più lontana, finché ogni cosa sfumò nuovamente nell'indistinto clamore della sua infinita stasi.

domenica 9 ottobre 2011

Prologo - parte uno

Molto Prima
Julius Faberia si era sempre considerato un uomo di stile. Benché di umili natali, aveva presto imparato ad apprezzare la cura nei dettagli, e oggi non faceva eccezione: tunica di morbidissima lana dei Durrankin, porpora, perché la stagione lo impone; lettino ricoperto di cuscini di seta di Ochalea, imbottiti delle migliori piume d'oca ed impreziositi da ricami dorati; vino elfico d'importazione e ciliege albensi, porte con molta grazia da una giovane hattiana dai capelli dorati; leggera brezza, cortesia delle due ragazze delle isole di perla - molti optano per un piccolo elementale dell'aria, ma non è neanche lontanamente la stessa cosa.
Su questo pensiero concluse di masticare voluttuosamente la ciliegia che aveva in bocca e la sputò in avanti, non senza una certa soddisfazione. Il nocciolo volò senza difficoltà oltre il bordo della piattaforma fluttuante perdendosi nella calca spaventosa una decina di metri più in basso. Migliaia di persone affollavano il lungo avvallamento, rimestandosi continuamente in un turbinio di umanità, alla ricerca del punto migliore da cui osservare lo spiazzo centrale, dove per il momento, solitario, in un vuoto dal diametro di un'arena, stazionava una figura nobilmente togata in blu, che sembrava non curarsi del trambusto intorno.
Julius si concesse un breve sorso da una coppa e si guardò intorno. Più o meno alla stessa altitudine della sua piattaforma si libravano, punteggiando tutta l'area, altre persone. Tappeti magici, scope volanti, piattaforme come la sua, poche per fortuna, normali incantesimi del volo e addirittura bestie volanti di vario genere. Chi poteva, aveva trovato il modo per evitare la massa sottostante. Gli alpathiani, ovviamente, erano tutti lì, ad attendere il loro campione.
In quel preciso momento, con uno schiocco penetrante, il campione apparve uscendo da una frattura luminosa alcuni metri di fronte alla figura togata, anche se sarebbe più corretto dire che caracollò fuori. Dopo qualche passo in avanti per assecondare il moto, il campione si fermò e sembro ritrovare l'equilibrio agitando un po' le braccia davanti a sè. La folla reagì prima con un silenzio allungato, coincidente all'ingresso magico, per poi prodursi in una nugolo di fischi misti a risate. Julius fece un cenno alla bionda ragazza. -Smeraldi.- Poi ci ripensò, il verde avrebbe falsato i colori dello spettacolo, perciò rimandò indietro la scatolina che gli era stata portata. Nel frattempo il campione alphatiano si stava passando le mani sulla tunica per pulirla, poi si raddrizzò, lasciando trapelare una vaga aura di minaccia che attenuò quasi completamente i fischi, ed infine fissò il proprio avversario. Il togato si produsse in una specie di riverenza. Lasciava la prima mossa all'alphatiano. Passò qualche istante di tensione montante. Julius si accomodò meglio, il mento tra le mani raccolte, tutta l'attenzione ai due sfidanti. L'alphatiano spostò lievemente verso l'esterno la gamba sinistra, intonando le prime parole dell'incantesimo, la mano sinistra roteva su su sè stessa intrecciando ghirigori arcani mentre il braccio destro venne alzato per poi essere subito riabbassato. Sabbia e polvere sotto i suoi piedi cominciarono a girare circolarmente per effetto del movimento dell'aria. Quando il braccio scese, la perturbazione dell'aria compressa dalla magia era ormai visibile, e puntava diretta verso il togato. Quest'ultimo era già pronto. Con gesti e parole apparantemente semplici evocò una parete di energia viola traslucente su cui il getto d'aria s'infranse, lasciandolo illeso. Il togato poi fece qualche passo indietro, allontandosi dalla sua creazione e mantenendo il contatto visivo col suo avversario. L'alphatiano, per tutta risposta, scaricò contro la parete un fulmine indirizzandolo con le proprie mani. L'attacco produsse un rumore metallico sfrigolante e una fontana di scintille verdognole, a contatto con la parete. La folla, per quanto problematico fosse, fece un passo indietro in tutte le direzioni. L'uomo togato sembrò rilassarsi, fece un respiro, giunse le braccia dall'alto verso il basso, profferendo alcune parole. Il mago alphatiano sembrò non accorgersi del rumore di terra e roccia che si frantumavano e ricomponevano dietro di lui. Solo all'ultimo, percependo le urla anomale del pubblico alle sue spalle, si girò, vedendo la grossa forma umanoide rocciosa che era sorta. L'elementale calò entrambi i suoi enormi pugni su di lui, quasi franandogli contro e per, un attimo, non si vide altro che roccia e polvere. La vallata trattenne il respiro, ma ci volle poco perchè si potesse vedere l'alphatiano a terra, graffiato e impolverato, dove evidentemente si era gettato per evitare di essere colpito. L'elementale affondò ancora i pugni, e questa volta il mago sfuggì involandosi sopra di lui.
-Che cosa teatrale...- Disse con leggero biasimo una voce che colse Julius parzialmente di sorpresa, ma che conosceva.
-Conosci un modo migliore di un duello per decidere chi sia il praticante più potente?- Rispose senza distogliere lo sguardo dallo scontro.
-Certamente. Tuttavia mi riferivo a questo tuo baraccone di pedana volante.-
-Oh, perfavore!- Replicò mentre mangiava un piccolo grappolo di ciliegie. -E' solo il minimo per distinguermi dalla vulgata. Vino?-
-Ti ringrazio, ma preferirei sbrigare subito i nostri affari.-
-Come vuoi. Ute?- disse verso la bionda hattiana. -Il pacco della signora. E' sotto il lettino.-
-Julius! E' proprio sotto di te e devi farti servire?- Disse contrariata.
-Servire, servi. Credevo che il concetto fosse quello. Piuttosto...- Dalla vallata arrivò un boato. Il togato aveva bloccato il volo dell'alphatiano con la proiezione di una mano gigante. -...che razza d'incantesimo hai usato per apparire così silenziosamente?- E nel concludere la frase si voltò finalmente verso la sua interlocutrice: una donna dai capelli grigi, il volto segnato dall'età, e due profondi occhi di colore violaceo.
-Roba di mia creazione. E questo ti basti.-
-Non è il primo trucchetto che ti vedo tirar fuori.- Prese l'involto lungo poco più di un braccio che gli passò la ragazza. -Mi chiedo perchè una praticante con le tue abilità abbia bisogno di me per lavoretti come questi.- Fischi accompagnavano una serie di contromagie con cui l'alphatiano si liberava di vari incantesimi che lo bloccavano.
-Ognuno ha le sue specialità. E poi tu sei uno dei migliori. Di sempre.-
Julius rise. -Troppo buona.-
-Informata.- Disse con un cenno del capo e un sorriso. -Hai avuto problemi?-
-Non è il tipo di lavoro che in genere mi viene commissionato. Poi, quella pietra... sembrava che mi guardasse.- Gli passo l'involto. -Cosa c'è dentro?-
-Non guardi più il duello?- Rispose, mentre prendeva l'oggetto.
Fece un soffio di sufficienza. -Sono qui tanto per dire che c'ero. E' un giorno importante. Ma l'esito è scontato: Trenzantenbium vince sicuro.-
-Lo credo bene. L'incontro è truccato.- Disse lei con spontaneità.
-Oh, questo è tipico di chi sa di perdere. Un cliente è un cliente, ma la tua gente oggi smette di comandare. Via! Si va per conto nostro.- Replicò piccato. Poi, per paura di aver esagerato, aggiunse. -Niente di personale.-
Rise divertita, come se stesse discutendo con un bambino. -Fidati. E' drogato di Zzonga.-
Julius tornò a guardare l'incontro. L'alphatiano stava immobile, tutta la sua attenzione dedicata a controllare il fulmine globulare che danzava letale per il campo di battaglia, mentre il togato, Trenzantenbium, si era già diviso in una mezza dozzina d'immagini. "No, non poteva essere... però effettivamente quell'arrivo così goffo... e quasi sempre in ritardo in tutte le fasi del combattimento..."
-Mettiamo che sia così, come fai a saperlo?- Gli chiese continuando a fissare i due duellanti.
-Ho studiato.- Rispose lei, ancora più divertita.
Julius si girò per ribattere qualcosa, ma accanto a lui non c'era più nessuno.

L'angolo del Nano 1

Il nano, si sà, è ppooo fffii.
Ma essere ppooo fffii non serve niente se si è morti o se il party è morto, e contestualmente alle varie piccole sessioni di "menaggio", potrebbe essere utile parlare di qualche tattica di gioco. Eh sì, perché una delle caratteristiche dell'Hero System è proprio che permette una ampia flessibilità di gioco durante le scene d'azione e i combattimenti, permettendo diversi approcci e diverse modalità; mentre nel classico OD&D ci si limitava a "mago spara incantesimi, guerriero si avvicina e mena, Frollo viene picchiato di botte" questo stesso approccio potrebbe non sempre essere valido.
Un primo esempio che mi viene in mente sono gli incantatori e gli attacchi a distanza.
Un incantatore, che sia arcano o divino, probabilmente avrà un ampio arsenale di attacchi a distanza e li userà per colpire da grande distanza il gruppo. La reazione immediata è rispondere al fuoco e colpirlo con la maggior parte di armi a distanza a disposizione.
Questo potrebbe essere valido per un incantatore pallettaro, e lo scontro tra due maghi che si lanciano incantesimi da un capo all'altro del campo di battaglia sarebbe sicuramente interessante... me sicuramente non è valido per i combattenti corpo a corpo.
Perdere una fase intera per estrarre l'arco e scoccare significa subire un attacco ulteriore (l'arco richiede mezza fase per incoccare e una fase d'attacco per scoccare; le balestre sono ancora più lente; le armi da tiro hanno portata molto ridotta)
Per contro, se si può accettare il rischio di essere colpiti da un incantesimo, un uomo normale può correre fino a 12 metri con una fase completa, 24 rinunciando alla sua difesa (sacrificio fattibile da un personaggio con bassa DCV e alta difesa, oppure contro attacchi ad area che usano una DCV3 e non la DCV del personaggio)
E una volta sotto al mago? non è D&D e non è detto che un attacco possa interrompere il lancio di un incantesimo; si corre quindi il rischio che una volta arrivati corpo a corpo il mago continui a lanciare incantesimi.
Tuttavia
a) se l'incantantore lancia un incantesimo che richede Concentrazione ha una DCV più bassa e inoltre può perdere l'incantesimo se l'attaccante ritarda l'azione e lo colpisce durante il lancio dell'incantesimo
b) se atterrato o stordito, l'incantatore non può castare; ovvero può castare ma potrebbe non essere in grado di individuare il bersaglio
c) se le spadate non fermano l'incantatore, afferrarlo e trattenerlo gli impediscono sicuramente di gesticolare
d) molti combattenti corpo a corpo fanno molto più male in corpo a corpo che a distanza
e) l'incantatore non potrà usare incantesimi ad area contro bersagli vicini
f) sovente gli incantatori sono molto più fragili
g) usando l'abilità teamwork è possibile fare attacchi combinati: in questo modo la vittima ha delle penalità alla DCV a seconda di quanti attacchi combinati subisce; colpire in tanti un singolo bersaglio diventa quindi una cosa particolarmente vantaggiosa

Non si può pienamente generalizzare, ovviamente: un elementale del fuoco potrebbe essere molto ostico da affrontare in corpo a corpo nonostante essenzialmente attacchi a distanza, e un drago potrebbe essere più letale con i suoi attacchi corpo a corpo che con quelli a distanza; genericamente parlando però rimanere statici in una situazione del genere significa solo diventare facili bersagli.

Ovviamente, questo vale anche al contrario, e diventa quindi importante trovare un modo di proteggere i nostri cari incantatori fragilini ed impedire alle orde di png di avvicinarsi e squartarli. Ma questo, come si dice, è un altra storia...

mercoledì 5 ottobre 2011

Era ora

Si ricominciaaaaaaaaa

Tanto per aggiornare la data dell'ultimo post :)