lunedì 30 novembre 2009

Menare la gente con l'Hero System


Poichè tra le molte novità e le poche sessioni molti di voi brancolano nel buio, pubblico un bignamino su tiri abilità, combattimento e magia (anche se molte di queste informazioni sono già nell'altro post sul regolamento! Razza di lavativi!)

Tiri Abilità
Le abilità hanno un valore seguito da un meno (-), per esempio 11-. Per riuscire nel tiro è necessario fare uguale o meno con 3d6. Un risultato di 18 è sempre fallito, uno di 3 sempre riuscito, e a volte ci sono anche degli effetti speciali.

In taluni casi una o più abilità possono essere usate per concorrere ad un tiro. In quel caso si parla di abilità complementari. Si tira ogni abilità complementare sul valore base e sl tiro riuscito si riceve un bonus di +1 al tiro principale ogni 2 punti dal valore del tiro complementare.
Esempio: Abilità Principale 11-, Abilità Complementare 13-. Tiro su Abilità Complementare 7, riuscito di 6 punti --> +3. Tiro su Abilità Principale diventa 14-.

Valore di combattimento (CV)
Valore che indica la capacità combattiva di un personaggio. E' pari alla propria destrezza (DEX) diviso 5. Si sdoppiano in offensivo (OCV) e difensivo (DCV) durante il combattimento, poichè possono avere valori differenti a seconda di situazioni e manovre.

Combattere
Ogni attacco è un tiro abilità sul valore: 11 + OCV attaccante - DCV difensore. Se il tiro riesce, l'attaccante colpisce il difensore, al contrario no.

C'è tutta una serie di manovre possibili in combattimento che danno bonus e/o malus a OCV e DCV, e hanno alcuni effetti particolari. Per esempio Dodge (Schivare) anulla la OCV e da' un bonus +3 alla DCV, o Brace (Mirare) che da' +2 OCV e dimezza la DCV.
Nel combattimento a distanza, la distanza del bersaglio influenza negativamente il tiro per colpire.

Per aumentare e/o specializzare la propria abilità nel combattimento è necessario comprare abilità particolari chiamate CSL (Combat Skill Level): abilità ampiamente configurabili che danno bonus con determinati tipo di manovre, attacco, armi, eccetera.
Esempio: compro un CSL per essere più bravo ad attaccare con la spada, o ad attaccare e difendere con tutte le armi da taglio, eccetera. Posso anche comprarne una valida per tutti i tipi di attacco, ma ovviamente costa più punti.

Arti Marziali
Le arti marziali non sono nient'altro che una serie di manovre di combattimento extra - diverse a seconda dell'arte marziale - con bonus più marcati e la possibilità di aumentare il danno che si infligge. Tutto ciò a fronte di un costo in punti personaggio (CP) aggiuntivo.
Esempio: la manovra di Martial Dodge (Schivata Marziale) ha un bonus di +5 alla DCV.

Danni
Ci sono due tipi di danni:
Normali: segnati con una N accanto al valore. Sono danni in genere non letali, tendenti a stordire più che a uccidere. Per ogni d6 tirato: il valore del tiro sono i punti STUN, mentre vengono inflitti BODY secondo questo schema: 1, 0 BODY; 2-5, 1 BODY; 6, 2 BODY. I danni normali sono quelli che fanno normalmente pugni, calci, bastoni, ecc...
Letali: non è segnato nulla accanto al valore. Sono danni quasi sempre letali, tendenti ad uccidere. Il valore tirato è il numero di BODY di danno, mentre gli STUN si ricavano moltiplicando il tiro per 1d6-1. I danni letali sono quelli che fanno normalmente spade, mazze ferrate, frecce, ecc...

Protezioni
Ci sono quattro tipi di protezioni:
Fisica (PD): protegge da tutti gli attacchi di tipo fisico: armi da botta, taglio, cadute, pugni, sassi, frecce, artigli, ecc...
Energetica (ED): protegge da tutti gli attacchi di tipo energetico: fuoco, mana, elettricità, gelo, ecc...
Mentale (MD): protegge da tutti gli attacchi di tipo mentale: controllo mentale, telepatia, charme, ecc...
da Potere (PowD): protegge da determinati tipi di attacco in genere correlati a poteri ed incantesimi: risucchio d'energia, trasformazioni, ecc...

Ognuna di queste protezioni può essere normale, e quindi proteggere solo da danni normali, o resistente, e quindi proteggere da entrambi i tipi di danno.

Ferite
Ogni personaggio ha due valori per le ferite.
Punti Stordimento (STUN): la quantità di colpi e shock che può subire il personaggio. Quando sono ridotti a zero il personaggio sviene, mentre per ogni attacco che causa più della costituzione (CON) del personaggio in STUN, il personaggio diventa stordito fino a quando non usa una sua azione per precuperare.
Punti Ferita (BODY): la quantità di ferite che può subire il personaggio. Fino a 0 il personaggio opera normalmente. Da 0 in giù, comincia a perdere 1 BODY per turno in più a quelli di altri attacchi. A -BODY il personaggio muore.

Poteri e Incantesimi
La prima cosa da tenere in considerazioni per poteri ed incantesimi sono il loro valore attivo, segnalato dalla "a" accanto al valore, e quello reale, segnalato dalla "r". I punti attivi sono indicativi della magnitudine del potere o incantesimo; più il valore è alto più l'effetto è forte. I punti reali sono indicativi della magnitudine del potere tenuto conto della difficoltà per usarlo; per esempio: un incantesimo che funziona solo contro gli elfi, avrà un punteggio reale minore dello stesso incantesimo che funziona contro tutti, perchè è più difficile usarlo.

Detto questo, i passi sono fondamentalmente tre:
1) Lancio: se il potere e/o incantesimo prevedere un tiro abilità - quasi tutti, tranne una parte degli oggetti magici - allora è necessario un tiro abilità sull'abilità legata al potere/incantesimo. Il tiro subisce una penalità di -1 al tiro ogni 10 punti attivi pieni dell'incantesimo.
Esempio: Dardo Incantato, Incantesimo della scuola Mana, 25a/5r. Un mago con abilità Mana 15- riuscirà nel lancio tirando 13-.
2) Bersaglio: se il potere/incantesimo è di attacco, allora è anche necessario colpire il bersaglio che si è prefissati. Come? Con un normale tiro per colpire: 11 + OCV attaccante - DCV difensore. Il lanciatore del potere/incantesimo beneficerà di un bonus di +1 OCV per ogni punti di successo nel repcedente tiro di lancio.
Esempio: il mago di sopra tira 11 per lanciare Dardo Incantato. Ha OCV 4 e vuole colpire una guardia con DCV 6. Tiro per Colpire: 11 + ( 4 + 2) - 6: 11-.
3) Effetto: una volta colpito, si tira per l'effetto. L'effetto è diverso a seconda dell'incantesimo o potere. Possono essere danni (normali e/o letale), condizionamento mentale, bonus/malus vari, eccetera. In alcuni casi l'effetto può non essere sufficiente per lo scopo che ci si è prefissati.
Esempio: Per avere effetto l'incantesimo Charme deve superare con il suo tiro d'effetto il valore di EGO + MD del bersaglio.

Effetto ad Area
Gli incantesimi con effetto ad area hanno il vantaggio di non dover essere lanciati su un bersaglio esatto, basta "piazzarli", e quindi il tiro per colpire si calcola sempre contro DCV 3. I bersagli hanno comunque la possibilità di sfuggire all'effetto usando la manovra Dive for Cover (Gettarsi al Riparo) se il loro movimento è maggiore dell'area d'effetto.

venerdì 13 novembre 2009

Scuola di Magia - parte uno


Il messo dell'ambasciata l'aveva accompagnata fino all'ingresso. Non aveva detto una parola lungo tutto il tragitto, ma comunque averlo accanto l'aveva rassicurata; era l'ultimo collegamento con tutto ciò che conosceva. Davanti a lei, dopo la grande arcata alla fine del ponte, sarebbe stato l'ignoto.
Cominciò ad avanzare a brevi passi, gettando sguardi qua e là, come a saggiare se qualcuno si rendesse conto dell'inadeguatezza che lei sentiva così evidente. Varcata la soglia si trovò in un grande cortile stipato di ragazzi pressappoco della sua età, tutti con indosso la casacca nera d'ordinanza sopra i propri normali vestiti. Tra di loro apparivano alcuni ragazzi più grandi con l'evidente compito di controllare gli altri; portavano la stessa tunica, ma molti avevano strani simboli sul pettorale. Quello più vicino a lei, un ragazzo dalla carnagione olivastra e gli occhi allungati, aveva quella che sembrava una volpe. Costui non era, però, la persona più stravagante in giro. Intorno a lei, abituata come massima stranezza ai thyatiani, c'erano persone di tutti i tipi: capigliature ramate, pelli scure, occhi violacei, ed elfi. Ne aveva visto qualcuno a Luln, ma mai così tanti insieme. E mai così piccoli! Tuttavia le persone non erano la cosa più spettacolare. Gli edifici della scuola, che si affacciavano sul cortile, erano di una bellezza tale da incantarla. Malgrado l'aspetto antico, e anche un po' trasandato, ogni singola pietra di ogni singola parete dava l'impressione di essere stata messa con la cura e l'attenzione necessaria per un posto unico. Ed inoltre ogni angolo sembrava avere qualcosa di particolare: una nicchia, un edera rampicante, una placca commemorativa, o la statua di qualche buffo essere alato. Uno di questi, all'improvviso, si girò a guardarla. Lei continuò a fissarlo incredula e inebbetita, e a quel punto la statua gli mostrò la lingua e saltà dentro una finestra. La sorpresa fu tale, che si lasciò scappare un'esclamazione nella sua lingua madre.
-Oh, anche tu sei boldaviana?- A parlare era stata una ragazzina minuta, pallida, con i capelli neri e un sorriso talmente largo che pareva potesse scoperchiarglisi la testa da un momento all'altro.
-Boldavia? No, io sono di Luln. Come conosci la mia lingua?- Rispose lei, notando quanto i tratti della ragazza le ricordassero molte delle ragazze del suo paese.
-E' quella che parliamo tutti in Boldavia. Per questo te l'ho chiesto. Anche se adesso noto che hai un accento un po' buffo. Mica verrai dal sud? Sì, sì. Vieni dal sud. Da quel posto da cui si dice che siamo emigrati tutti. Quello che si chiama Trallallero, giusto? Un nome così carino. Perchè andar via da un posto così? Deve essere un posto allegro. Cioè, a me il nome mette allegria ma questo non vuol dire...- La ragazzina proseguì, sciorinando parole a cascata e lei non potè fare altro che osservarla, roteando gli occhi di tanto in tanto, sperando di cogliere un qualche tipo di conclusione, o che almeno si fermasse per respirare. Poco dopo, non avvenendo niente di tutto questo, gli strinse di forza la mano e disse.
-Ciao! Io mi chiamo Irina.-
-Oh. Io mi chiamo Katyiusha. Ma puoi chimarmi Katya. Oppure Kat. Kat mi piace particolarmente perchè per certe persone vuol dire “gatto”. A te piacciono i gatti? A me...-
-Sì, mi piacciono.- Disse interrompendola di nuovo. Aveva timore che la ragazzina si offendesse, e perciò aggiunse un sorriso. -E comunque, il posto si chiama Traladara. Anche se adesso lo chiamano tutti Karameikos.-
Kat non sembrava neanche sfiorata dal più remoto pensiero di offesa personale. -Ma che bello! Sono proprio fortunata! Il primo di giorno di scuola e incontro qualcuno che parla la lingua di casa, ma è di un altro paese, e gli piacciono i gatti! E' come avere una cosa che allo stesso tempo conosci ma è totalmente nuova. No, anzi. E' come avere una cosa che allo stesso tempo conosci ma è totalmente nuova con in più i gatti. Vuoi essere mia amica? Eh? Vuoi?-
Irina era allo stesso tempo lusingata e spiazzata. Se una ragazza di queste parti voleva essere sua amica da subito, forse non spiccava così tra la folla come aveva creduto. Ma com'era possibile? Tutti questi ragazzi vivevano sin dalla nascita in questo posto così strano, circondati dalla magia, mentre lei fino a poco fa era una semplice figlia di contadini. Certo, aveva compiuto quell'incredibile viaggio col principe e i suoi compagni in quella terra boscosa e scura. Tuttavia preferiva non pensarci. Parte di quel viaggio l'aveva vissuto come un vago e terribile sogno. Cosa che la faceva ancora svegliare in piena notte di tanto in tanto.
-Certo!- Le rispose infine. -Però, mi aiuterai un po' con la lingua che si parla qua alla scuola? Ho cominciato ad apprenderla da poco, e ho un sacco di paura di non riuscire a capire quel che mi diranno.-
-Nessun problema! Non la parlo tantissimo, ma la conosco bene. Sai, mio papà... anzi, cominciamo subito.- Kat si bloccò. Fece un piccolo movimento verticale con la testa come se stesse cambiando registro mentale e ricominciò in thyatiano. -Dicevo, a casa, ovviamente, parliamo tutti boldaviano. Però mio papà, che fa il mercante, lo conosce benissimo per il suo lavoro. E' bravo mio papà. Talmente bravo che dice che se non fosse per la sua abilità nel commercio non sarebbe mai riuscito a sposare la mamma. Sai, lui non ha il dono, mentre dalla parte di mamma ce l'hanno tutti. Il migliore è lo zio, infatti fa il Barone. Oh... lo fa anche perchè è il fratello grande di mamma. Lo zio è un tipo stramegamagico! Simpaticissimo! Però lo vediamo sempre poco. Una volta veniva a trovarci spesso, ma adesso lo vediamo solo qualche sera al suo castello. Forse gli sta antipatico papà, perchè ci invita sempre quando lui è in viaggio per lavoro. Boh! Che poi il mio papà è divertentissimo. Racconta sempre storielle buffissime! Ce ne una su uno zombie che divora un ethengariano che mi fa sempre ridere, anche quando sono po' giù. E tu? Che fanno il tuo papà e la tua mamma?-
Irina a quel punto non sapeva se si sentiva più sorpresa per l'imbarazzo di dover rivelare le sue umili origini o per il termine improvviso di quello che pareva essere un monologo infinito. Non voleva mentire, ma la pura verità la metteva a disagio. Decise per una via di mezzo.
-Ehm... si occupano entrambi del loro possedimento. Coltivazioni... animali... sai, cose così- Disse. Poi, poichè le sembrava di aver esagerato aggiunse. -Ma non sono nobili.-
-Un possedimento! Quindi commerciano anche loro. Magari li posso fare incontrare con papà. Anche se lui commercia una sola cosa. Ma magari è proprio quella che coltivate. Ma quindi, se non sono nobili, hai fatto l'esame?-
-Esame?- Il senso di smarrimento che s'era messo in disparte per la chiacchierata l'attanagliò di nuovo. -N-no... non ho fatto nessun esame. Ha fatto tutto il principe.-
-Aaaah! Questo spiega tutto. Sei stata presentata. Gli studenti presentati da nobili o vecchi allievi non fanno l'esame. Anch'io non l'ho fatto. Mi ha presentato la mamma! E questo principe? E' il principe di Karamellos? E com'è? Bello? Nelle favole son sempre belli, ma qui a Glantri sono tutti strani. Buffi. E quindi, mi sono detta, magari sono belli quelli degli altri paesi.-
-Karameikos. Si chiama Karameikos.- Ripetè Irina che si sarebbe spazientita se non fosse che la buona fede e l'entusiasmo di Kat erano palesi. -E sì, è il principe di Karameikos. Ed è un grande e potente mago.-
-Ma è bello?- Insistette Kat.
-E' un tipo.- Sentenziò Irina dopo averci pensato un attimo.
-Forse non devono essere maghi per essere belli. Anche se di maghi belli ne ho visti. Certo, non è che...- La interruppe uno dei ragazzi con i simboli sulla tunica, facendogli segno di fare silenzio. Questa voltà era un biondino un po' più grande di lei con un drago ricamato. Il vociare nel cortile si stava affievolendo sempre di più. La causa apparente sembrava essere l'austero anziano dalla lunga barba bianca e dai ricchi vestiti blu e viola che con sicuro incedere avanzava sul palco dinanzi a tutti. Giunto verso il centro della struttura, giusto davanti una lunga serie di persone riccamente abbigliate quanto lui, si rivolse verso la folla e, dopo essersi schiarito la gola con un colpo di tosse, cominciò a parlare. Purtroppo il cortile era troppo ampio perchè la voce del vecchio arrivasse dovunque, e Irina si rese conto di riuscire a sentire poco e niente. Anche altre matricole, nell'area a maggore distanza dal palco, si guardavano intorno smarriti. Accorgendosi del crescente brusio, il vecchio smise di parlare di colpo. Poi, dopo un breve cenno alla sua testa come a sottlineare smemoratezza, fece un ghirigoro nell'aria e cominciò a battere le mani. Il primo battito risulto indistinguibile sotto il brusio, il secondo fu un schiocco accennato, il terzo si sentì chiaramente come fosse stato prodotto a brevissima distanza. A questo punto il vecchio riprese a parlare e la sua voce risultava chiara e comprensibile a tutti, come s'intuiva dai volti di molti degli astanti che passavano dal disorientamento allo stupore.
-Buongiorno a voi, nuovi studenti, e benvenuti alla Grande Scuola di Magia. Qualunque sia la vostra provenienza, per voi questo è un grande punto di arrivo e di altresì grande inizio. La Grande Scuola non è l'unica accademia di arti arcane del Mondo Conosciuto, ma, modestamente - E qui rivolse uno sguardo all'assembramento di persone dietro di lui che lo accolserò con sorrisetti di varia entità. - una delle migliori. Non è da tutti essere accolti al suo interno, e una volta dentro vi aspetteranno grandi prove di fatica e maturità. No, non lesinerò sincerità, senza alcuna volontà nello spaventarvi, prevedendo che vi attendono corsi difficili, lunghe ore di duro studio e insegnanti severi. Tuttavia, per chi avrà la tenacia di sopportare e superare tutto ciò, il premio sarà ben congruo: qui scoprirete come funziona il mondo, quali forze e quali leggi lo governano e, soprattutto, come manipolare tutto ciò per piegare la realtà ai vostri voleri. Se vi dimostrerete meritevoli, con disciplina e creatività, il portone che avete varcato oggi, non sarà stato l'ingresso in un semplice edificio, ma in un mondo infinitamente più grande.-
Appena terminati il breve istante tra la frase finale del discorso e la consapevolezza della folla che lo stesso non avrebbe continuato, partì un discreto applauso che venne subito sostenuto vigorosamente dal gruppo sul palco e dai ragazzi più grandi.
-E con questo ho concluso. Vi lasciò nelle capaci mani degli insegnanti che sapranno darvi tutte le informazioni in merito alla vita della scuola e alle regole di condotta.- Aggiunse infine, accommiatandosi, il vecchio.
-Sembra importante, quel signore.- Fece Irina.
-Come? Ma non sai chi è?- Ribattè Kat. Che per lo stupore terminò lì la frase.
-N-no.- Rispose lei un po' insicura. Ma perchè non sapeva mai nulla?
-Quello è il Gran Maestro della Scuola! E' una delle persone più importanti e anche il mago più magicoso di tutta la nazione!-
-Wow! Davvero?-
-Sì Sì. E' fortissimo. Lo zio una volta mi ha raccontato che quando era giovane alcuni suoi parenti l'hanno ucciso, ma lui non è morto, anzi, li ha maledetti tutti, castello incluso, spedendoli in un posto fuori dal tempo.-
-Ma l'hanno ucciso o no? E poi in che senso "fuori dal tempo"?- Disse Irina, ora parecchio confusa.
-Cioè, l'hanno ucciso, ma lui mentre moriva ha lanciato la maledizione e questa ha bloccato tutto. Anche lui che moriva, capisci? E "fuori dal tempo" credo che intenda un posto in cui non ci si può arrivare.-
-Ma se lui s'è bloccato in questo posto in cui non si può arrivare insieme ai parenti e al castello, poi come ha fatto a tornare?- Incalzò ancora nel tentativo di capire il senso della storia.
-Credo che sia arrivato qualcuno lì, ma non sò dirti per certo perchè a quel punto arrivò mio papà a prendermi e lo zio s'è dileguato senza neanche salutare.-
-Tuo zio proprio non lo sopporta tuo padre... che poi cos'è che commercia?-
-Aglio.-

martedì 3 novembre 2009

Harpsichord Hero

Master: "E come hobby, la ragazza, ama suonare il clavicembalo."
Francesco: "Ah, il clavicembalo! Ce l'ha con sè?"

lunedì 31 agosto 2009

La Chiesa di Karameikos




Pantheon

Asterius, l'araldo della luce (principale)
Ilsundal, la saggezza, il libro
Tarastia, la giustizia, la bilancia
Kagyar, il lavoro, la casa
Valerias, l'amore, la rosa
Vanya, il coraggio, la spada
---
Thanatos, il tetro mietitore

Altre informazioni
Simbolo: uno scettro obliquo con un sole in alto a sinistra e uno spicchio di luna in basso a destra.
Abiti: saio grigio a maniche lunghe con la veste che arriva fino a coprire le caviglie e il simbolo ricamato sul petto.
Armi favorite: mazze e martelli.

Storia
La Chiesa di Karameikos è un culto Legale fondato da Oliver Jowett, ex membro della Chiesa di Thyatis, in seguito all'istituzione del Granducato di Karameikos nel 970DI. Abbandonando Thyatis per seguire il Duca Stefan III, invece di continuare a far parte della Chiesa di Thyatis, Jowett ed i suoi seguaci decisero di fondare una nuova chiesa basata sulle loro dottrine e sui bisogni della gente del nuovo regno. In sostanza Jowett cercò di riunire sotto un'unica bandiera e un'unica filosofia sia gli emigranti thyatiani che gli autoctoni traladarani, creando una religione appropriata alla nuova nazione (Karameikos, nè Traladara nè Thyatis) e dando una nuova identità culturale ai suoi fedeli: quella del karemeikota mdoerno (fusione di thyatiani e traladarani). Così nacque la Chiesa di Karameikos, simile a quella di Thyatis, ma con alcuni aspetti caratteristici.

Credo
Cercando di far breccia anche nel popolo locale, senza tuttavia perdere l'appoggio dei thyatiani emigrati, il Patriarca Jowett prese alcune tradizioni della Chiesa di Thyatis e cominciò ad elaborarle sulla base della filosofia della "luce bianca" e dello spirito umano che deve ambirvi cercando di essere "senza macchia" seguendo l'insegnamento dei Giusti (gli immortali del Pantheon), una sua corrente di pensiero e studio che sviluppava da anni. Questa filosofia sostiene che nessun peccato compiuto in questo mondo è tanto grande da non poter essere purificato con un atto di sacrificio e penitenza (anche se molti convertiti interpretano la dottrina stravolgendola e pensando di poter fare qualunque cosa, tanto ci si potrà sempre purificare).
I Giusti sono gli Immortali del Pantheon della chiesa e rappresentano le virtù e le gesta alle quali deve ispirarsi il credente nella vita di tutti i giorni. Ad ogni Giusto è anche associato un oggetto simbolico che ha importanza nelle allegorie della religione. La chiesa non venera un immortale sugli altri, e non impone ai propri fedeli di venerarne alcuno, anche se ad Asterius viene riconosciuto il ruolo, leggermente più importante, di araldo. Allo stesso modo non vengono condannate altre fedi con veemenza (anche per non scatenare lotte intestine a Karameikos), preferendo indirizzare il disprezzo dei fedeli verso i demoni e i peccati in generale, ed in particolare verso Thanatos identificato come il triste mietitore, padre di tutti i vizi che tentano costantemente lo spirito dei fedeli e ai quali occorre resistere per non essere dannati e perdere la propria anima.
I dogmi e la dottrina filosofica fondamentale della chiesa sono raccolti nel principale testo sacro, "La luce dei Giusti", chiamato comunemente "Il Libro di Jowett" e usato spesso come lettura e guida dai credenti.
I dogmi di fede della Chiesa di Karameikos sono i seguenti:
  1. Gli atti di violenza, omicidio, furto, adulterio, il mentire ed il convivere senza essere sposati è peccato; questi peccati macchiano lo spirito del peccatore; e richiedono atti e cerimonie di purificazione (di severità diversa a seconda del peccato) per purificare lo spirito;
  2. La mancanza di volontà di purificarsi è un peccato di per sè, punibile con l’allontanamento dalla chiesa con il risultato finale di rendere l’anima del peccatore non più purificabile;
  3. Il ruolo di ciascuno nell’aldilà viene determinato dalla quantità di peccati compiuti al momento della morte;
  4. E' responsabilità dei membri della chiesa il diffondere la filosofia della chiesa tra i miscredenti e il portarne i benefici in terre lontane ed ostili.
  5. L’uso della magia che non abbia le basi nella magia accademica formale o nel rituale della chiesa significa solo superstizione ignorante, e perciò l’uso di portafortuna, il leggere la mano e le foglie del tè ed i tarocchi non sono che sciocche superstizioni.
Il comune credente ha il terrore di essere separato dalla chiesa e dal resto dei fedeli a causa dei suoi errori, accumulando peccati fino al punto da non potersi più purificare, e per questo cerca sempre di confessare le proprie colpe ai sacerdoti e di rispettare le punizioni e gli atti di contrizione che gli vengono attribuiti. Un peccato meno grave, per esempio il dire una bugia, potrebbe richiedere una cerimonia di purificazione non più complessa di qualche preghiera. Un peccato più grave - ad esempio il colpire qualcuno che non lo meritava - potrebbe richiedere un’intera giornata di preghiere e digiuno sotto la guida di un sacerdote della chiesa. Un peccato grave - ad esempio l’omicidio - potrebbe essere espiato non solo finendo in galera ma anche attraverso una cerimonia di purificazione nella quale ad esempio si richieda al peccatore di rischiare la vita per una causa che la chiesa ritiene degna.

Organizzazione interna
La Chiesa di Karameikos in virtù della sua giovane età, e seguendo i desideri semplificatori del suo fondatore Jowett, ha un'organizzazione gerarchica molto semplice che per molti versi rispecchia la struttura amministrativa del Granducato.
I gradi del clero della chiesa sono essenzialmente 5:
  • Novizio: è il rango più basso, ed è quello che si ottiene quando da laici si prendono i voti e s'intraprendono gli studi religiosi per diventare sacerdoti. Ad un novizio è permesso celebrare riti sacri - messe, matrimoni, eccetera. Non gli incantesimi. - solo sotto la supervisione di uno o più esponenti della Chiesa di grado superiore. I novizi antepongono "fratello/sorella" al loro nome.
  • Sacerdote: è il rango che si ottiene al termine degli studi religiosi quando si viene ordinati membri attivi del clero. Un sacerdote ha il permesso di celebrare qualunque rito sacro in qualunque situazione lo ritenga più adatto e di diffondere il ministero della chiesa. Per questo oltre ai sacerdoti che presiedono al tempio di città minori, o che prestano servizio sotto loro superiori, esistono anche sacerdoti viaggiatori. La maggior parte dei religiosi della Chiesa di Karameikos ha questo rango e antepongono "padre/madre" al loro nome.
  • Vescovo: è il rango che spetta al sacerdote a capo del tempio principale di un possedimento. Ha giurisdizione su tutti i templi e il clero del suo possedimento.
  • Patriarca: è il rango che spetta al sacerdote a capo del tempio principale di una baronia o possedimento d'importanza maggiore. Ha giurisdizione su tutti i templi e il clero del suo possedimento, compresi quelli dei vescovi.
  • Alto Patriarca: è il massimo grado e spetta all'unico capo spirituale e di fatto della Chiesa di Karameikos. Ha giurisdizione e potere su qualunque attività della Chiesa.
Attualmente le diocesi della Chiesa di Karameikos sono le seguenti con i loro responsabili:
Specularum, Patrarca Alfric Oderbry
La Soglia, Patriarca Sherlane Halaran
Kelvin, Patriarca Felix Bessarion
Forte Destino, Patriarca Heinrich Nussbaum
Vorloi, Matriarca Isabella Solarus
Verge, Vescovo Calvin Andropolos
Rugalov, Vescovo Gerhard Damerion
Varna, Vescovo Florentina Dimitrakos
Dmitrov, Vescovo Sebastian Oxinos
Luln, Vescovo Rafael Portius
Penhaligon, Vescovo Lucan Silvianos

Oliver Jowett è sino ad ora l'unico a ricoprire l'incarico di Alto Patriarca. Il regolamento ecclesiastico prevede che alla morte di un Alto Patriarca venga convocato un concilio speciale d'urgenza nel quale tutti i vescovi sono chiamati a scegliere un successore tramite voto segreto.
Attualmente i più accreditati a sostituire Jowett sono Sherlane Halaran, sostenuto dalla corrente moderata della chiesa (la stessa di Jowett), e Alfric Oderbry, sostenuto dalla corrente radicale di cui è a capo.

Diffusione
La maggior parte degli abitanti di origine thyatiana fa parte della chiesa di Karameikos; circa la metà di coloro che sono di discendenza mista lo sono; e molti abitanti di origine traladariana si sono convertiti alla filosofia “luce bianca”. In tutto circa il 25% della popolazione di Karameikos appartiene alla chiesa di Karameikos, e questa parte della popolazione comprende la maggior parte dei nobili terrieri e moltissime delle più importanti figure politiche. Proprio per questo la chiesa di Karemikos è presente in tutti i centri urbani ma risulta carente nei villaggi e nelle campagne, con la dovuta eccezione di alcuni monasteri.
L'influenza che i sacerdoti esercitano sui fedeli è enorme, venendo a conoscenza di tutti i loro errori e segreti, e può quindi capitare che alcuni sacerdoti della chiesa chiedano grosse donazioni per purificare l'anima dei più facoltosi o dei più deboli, oppure che sfruttino le informazioni rivelate in confessione a proprio vantaggio o semplicemente per mantenere il controllo sulla politica del paese (cosa che in effetti avviene regolarmente).

NB: Un sentito ringraziamento a Marco dal Monte, assiduo contributore del Vault of Pandius e redattore degli straordinari tomi su immortali e religioni dai quali ho attinto a piene mani, con alcune modifiche, per il materiale "spirituale" della nostra campagna.

mercoledì 26 agosto 2009

I report della spia elfo

7 Flaurmont 1001DI

Sono arrivato a Forte Destino, dopo aver raccolto informazioni nei paraggi. Traffico commerciale inesistente. Procedo con un camuffamento magico che mi fa apparire umano. Uso sentieri secondari per non dare nell'occhio. Le strade principali pattugliate da cavalieri in assetto da battaglia. Avvistati un paio di gruppi di umanoidi nei boschi nei dintorni. Cittadina perlopiù deserta e priva di apparente attività. Prendo alloggio nell'unica locanda che ne offre. Poco dopo vengo abbordato da un tizio del luogo con una scusa banale. É un palese tentativo di controllo della mia identità. Gli racconto di essere in fuga per aver offeso dei nobili, lasciando intendere che stia nascondendo qualcosa di più grave. Sembra essersela bevuta.

12 Flaurmont 1001DI

È chiaro che il tizio che mi aveva abbordato, un traladarano di nome Georghe, è un'informatore della locale Gilda criminale, piazzato nell'unica locanda con alloggi per avere un controllo sugli stranieri in arrivo. È spalleggiato dall'oste e, cosa assai strana, sembrano entrambi passare informazioni anche alle guardie. Come se fosse un esame, un paio di volte, dopo la chiacchierata con Georghe, sono arrivati i cavalieri a portare via i suoi interlocutori. Per non destare sospetti racconto di essere a corto di denaro e di cercare qualche tipo di lavoro.
É difficile reperire informazioni. Chi non é bloccato dalla paura è con buona probabilità in combutta o con la Gilda o con le Guardie.

25 Flaurmont 1001DI

L'altra settimana, dopo aver dato prova di sapermela cavare in uno scontro, Georghe mi ha comunicato di avere qualcosa per me. Mi ha portato da un suo amico, un umano chiamato Nibbio, che mi ha detto di farmi trovare al tramonto in una radura poco lontano da Forte Destino. Al mio arrivo trasalisco vedendo che oltre a me, Nibbio e un altro paio di persone, il resto della compagnia è formato da un pugno di bugbear. Cominciamo ad aggirarci per i boschi intorno la strada principale verso est. L'ordine è di controllare che non ci siano soldati nascosti. Il tutto dura alcune ore fino al passaggio di una corta carovana di carri chiusi, che poi scortiamo. I bugbear tornano dal loro giro con una persona in un sacco. Nibbio accoglie la novità con un ghigno e fa sbattere il prigioniero in uno dei carri prima di proseguire.

22 Yarthmont 1001DI

Con la sistematica partecipazione alle "scorte" di Nibbio credo di essermi guadagnato la sua fiducia. Dopo poco meno di un mese sono stato rispedito da Georghe che ha cominciato a usarmi come spia. Devo fingermi un normale bracciante per le vie della città, e specialmente nei luoghi di passaggio, come il porto e i cancelli d'ingresso, per tenere d'occhio qualunque movimento fuori dal normale. Ce ne sono altri con le mie stesse mansioni, ma non mi è permesso conoscerli. Classica procedura. Così ci controlliamo anche tra di noi. Lo spazio di manovra si restringe.

14 Klarmont 1001DI

È palese che la città sia uno snodo del traffico di schiavi. Con un flusso quasi regolare giungono su carri senza insegne dall'est e dal nord, quelli che fanno scortare ai novizi. A volte anche di giorno. Le guardie e i cavalieri della Baronia sembrano semplicemente far finta di nulla. Al porto gli schiavi vengono selezionati in alcuni baracconi e imbarcati il prima possibile. Ho provato ad acquisire ulteriori informazioni ma il controllo della gilda è alle stelle, ed io evidentemente non ho ancora il giusto "grado". Sembra che siano molto ben organizzati. Tuttavia qualcosa in più ho carpito: l'organizzazione si fa chiamare l'Anello di Ferro.

23 Klarmont 1001DI

Di mezzo non ci sono solo gli schiavi. In più di un'occasione ho visto arrivare sugli stessi carri casse e bauli che prendevano altre vie piuttosto che il porto. Stessa cosa avveniva con alcune spedizioni provenienti dal porto. Ho avuto modo di constatare la natura magica dei contenuti, ma non c'è stato modo di superare l'occultamento arcano degli edifici che accoglievano tali oggetti.Ne ho parlato con Georghe in taverna, fingendo ingenuità, e lui ha detto che quelli sono i veri grossi affari della gilda, ma che sono esclusivamente appannaggio dei "maestri".

3 Felmont 1001DI

Ho cercato di saperne di più di questi Maestri, ma a parte cogliere che sono ai vertici dell'organizzazione e tutti praticanti di magia, non ho racimolato altro. Non trovando altri spazi d'indagine, ho decisi di scoprire la provenienza delle navi dei trafficanti e ho fatto richiesta d'imbarcarmi. Sembra che sia il consueto passaggio di carriera di molti membri, e perciò nessuno ci ha trovato nulla di strano. Dovrei partire in capo ad una settimana.

11 Felmont 1001DI

Siamo ormai in mare da alcuni giorni. L'equipaggio della nave è composto da un misto di traladarani, thyatiani e un'etnia dalla pelle ramata che ho riconosciuto come sindhi. A capo della spedizione c'è un maestro, finalmente ne vedo uno, coadiuvato da due sacerdoti e uno strano tizio. I sacerdoti non vestono abiti sacri, ma il loro simbolo è in bella vista. Hel e Loki. Due immortali servi dell'entropia. Il terzo tizio, invece, sembra una specie di guardia del corpo. È massiccio e non tradisce emozioni nei suoi occhi inespressivi. Sembrerebbe sotto l'effetto di qualche sortilegio. Sulla nave lo chiamano semplicemente, il Mastino.

23 Felmont 1001DI

Il viaggio prosegue senza intoppi. Continuiamo a navigare in zone infestate dai pirati non venendone mai avvicinati, e sfruttiamo alcune baie nascoste per gli approviggionamenti e per nasconderci dalla Marina di Ierendi e delle 5 Contee. Durante una di queste pause, veniamo raggiunti da alcuni pirati ierendiani che vengono accolti dai nostri ufficiali. È chiaro che i pirati sono in combutta con l'Anello di Ferro, sempre che non ne facciano proprio parte. Cerco di scoprire qualcosa circa la nostra destinazione ma mi viene fatto capire abbastanza presto che le domande non sono gradite da un nuovo arrivato.

4 Fyrmont 1001DI

Dopo circa un mese, siamo finalmente giunti a destinazione. Mentre sbarchiamo, vedo i nostri ufficiali convenire con alcuni dignitari del luogo. Il capitano si allontana quasi subito scortato da due guardie locali in armatura, mentre i due sacerdoti rimangono a supervisionare le operazioni di scarico degli schiavi insieme ad altri due tizi Sindhi. Sembrano sacerdoti anche loro. Uno ha il simbolo di Hel, l'altro invece non lo riconosco.

5 Fyrmont 1001DI

Non so come, ma mi hanno trovato. Devono essere riusciti a scoprire la mia magia. Sono in fuga. È pericoloso usare la pergamena. Mi farò sentire appena possibile. Il luogo è Jaibul.

giovedì 9 aprile 2009

Era mio padre - parte quattro

Varna, Granducato di Karameikos, 12 Yarthmont 979DI

-Cosa hai detto?-
Il giovane ragazzo lo guardava ancora con estrema calma. Il torace coperto dall'imbottitura da addestramento e la mazza di legno ancora in mano. Abbassò l'arma, abbandonando la posizione di guardia, e poi gli rispose.
-Ho detto che ho deciso di andare a Specularum e prendere i voti.-
Per Livius fu un ulteriore momento di stupore, pur se più breve del primo. Allora, aveva capito bene. Abbassò l'arma anche lui e dedicò al figlio uno sguardo di traverso.
-Prendere i voti? Ma cos'è questa storia?-
-Padre, è una faccenda seria. La luce mi ha scelto.-
-Ti ha scelto? E chi lo dice?-
-Me lo sento... è come se lo sapessi da sempre. Padre Varonius mi ha sempre detto che lo sguardo degli immortali è benevolo su di me.-
-Padre Varonius? Ed era sobrio, quando l'ha detto?- Disse con un certo tono di scherno.
-Non pensi che possa essere vero? Io... io... credevo che avresti capito.- La voce era velata di delusione.
-Martius... non è che non ti creda. Ma... il tuo posto è qua. Non vuoi diventare un cavaliere come me? Non vuoi gestire il possedimento?-
-Certo padre.- Rispose con non molta convinzione. -Ma io...-
-Cosa?-
-C'è quella carta nelle tue stanze. Ci sono posti di cui non so nulla. Io sono sempre stato solo qua.-
-Cos'ha Varna che non va?-
-Nulla, padre. Ma voglio vedere il mondo. Come hai fatto tu.-
-Va bene. Allora aspetta qualche anno ancora e vedrò di farti arruolare nell'esercito imperiale. Ho ancora qualche amico...-
-No, padre. Niente esercito. Io non sarò un guerriero. La luce ha in serbo un destino diverso per me.-
-Ma...-
-Sai che è così. Mi hai insegnato a difendermi, ma già adesso Massimo è più bravo di me nell'arte del combattimento.-
Il padre rivolse uno sguardo allo stesso tempo rassegnato e consapevole al figlio maggiore.
-Non riuscirò a farti cambiare idea, vero?-
-No, padre. Ma vorrei che tu approvassi.-
Si avvicinò al figlio e gli mise una mano sulla spalla. -E sia. Devi promettermi una cosa, però.-
Martius annuì leggermente col capo. Lo sguardo lasciava intuire l'apprensione per l'ignota clausola alla quale aveva appena tacitamente acconsentito.
-Vai. Prendi i voti. Segui la luce ovunque ti porti. Ma quando sarà il momento, tornerai qui. Ad occupare il posto che ora mio.-
Il ragazzo parve rimuginare su quanto appena sentito. -E quando sarà il momento?-
-Se non sarai in grado di capirlo da solo allora in questo seminario non ti avranno insegnato niente di buono.- Disse con un sorriso. -O no?- E gli scapiglio la testa con un gesto affettuoso. -Suppongo tua madre sappia già tutto.-
-Si.-
-Già... e ne sarà felicissima... Bene! Andiamo ad approfittarne. Per oggi basta allenamento.-

19 Flaurmont 987DI

-Cosa hai detto?-
Il giovane ragazzo lo guardava ancora con estrema calma. Il torace coperto dall'imbottitura da addestramento e la spada di legno ancora in mano. Abbassò l'arma, abbandonando la posizione di guardia, e poi gli rispose.
-Ho detto che ho deciso di andare a Specularum e diventare un cavaliere.-
Per Livius fu un ulteriore momento di stupore, pur se più breve del primo. Allora, aveva capito bene. Abbassò l'arma anche lui e dedicò al figlio uno sguardo di traverso.
-Diventare un cavaliere? Ma cos'è questa storia?-
-Padre, è una faccenda seria. La luce mi ha scelto.-
-Mi pare di aver già sentito queste parole...- Rimuginò ad alta voce -E poi che c'entra col cavalierato?-
-Non voglio diventare un semplice cavaliere, padre, ma un membro dell'ordine del Grifone.-
-Ora mi spiego tutto. Chi ti ha messo questa idea in testa? Tua madre? Padre Varonius? O quel saputello di tuo fratello durante una delle sue improvvisate?-
-Me lo sento... sono un valido combattente e voglio mettere la mia spada al servizio di qualcosa di più grande-
-Un valido combattente? Ma se stai ancora imparando!-
-Non pensi che possa essere vero? Io... io...- Poi si fece d'improvviso avanti e, con una certa facilità, disarmò il padre che pure s'era messo in guardia.
-Ehi! Così non vale!-
-Ti ho disarmato o no?-
-Si. Ma non ero con la mia arma preferita. Lo sai che preferisco al gladio alla spada lunga.-
-Ti posso disarmare anche con quella. L'ho già fatto.-
-Massimo... non è che non ti creda. Ma... avevo altri progetti per te. Lord Kelvin aveva acconsentito a prenderti come paggio. Faresti esperienza. Diventeresti cavaliere, e magari il Duca ti affiderebbe un possedimento tutto tuo.-
-Padre, il mio futuro era già deciso che fosse lontano da qui, e anche che avrei dovuto servire, prima di poter essere servito. Ti prego, lasciami almeno la possibilità di scegliere chi sarà il mio signore.-
Il padre rivolse uno sguardo allo stesso tempo rassegnato e consapevole al figlio minore.
-Non riuscirò a farti cambiare idea, vero?-
-No, padre. Ma vorrei che tu approvassi.-
Si avvicinò al figlio e gli mise una mano sulla spalla. -E sia. Devi promettermi una cosa, però.-
Massimo annuì leggermente col capo. Lo sguardo lasciava intuire l'apprensione per l'ignota clausola alla quale aveva appena tacitamente acconsentito.
-Vai. Diventa un cavaliere del sacro ordine del Grifone. Servi il tuo signore con onestà e dedizione. Ma quando verrà il momento, sarà tuo compito vegliare e proteggere la tua sorellina.-
Il ragazzo parve rimuginare su quanto appena sentito.
-E quando sarà il momento?-
-Speriamo mai. Ma a cosa ci servirà un paladino in famiglia se non sarà neanche in grado di correre in aiuto della sua bisognosa sorella?- Disse con un sorriso. -Giusto?- E gli scapiglio la testa con un gesto affettuoso. -Suppongo tua madre sappia già tutto.-
-Si.-
-Già... e ne sarà felicissima... Bene! Andiamo ad approfittarne. Per oggi basta allenamento.-

Soap Opera

Come? Abbiamo una sorella? Ma non eravamo due figli unici?
Simone Mannoni

mercoledì 25 marzo 2009

Era mio padre - parte tre

Varna, Granducato di Karameikos, 9 Thaumont 971DI
La porta cedette con uno schiocco e cadde rovinosamente a terra. Per l'impatto il legno si spezzò ulteriormente, mostrando l'interno completamente marcio per l'umidità.
-Non l'avevo immaginato proprio così, il nostro primo ingresso nella nostra nuova casa. Ma ce lo faremo andare bene.-
-É che ho un marito forte come un troll. Quello che tocca distrugge!- Disse la giovane donna dai capelli castani appoggiandosi a lui con un gran sorriso.
-Ah, ci facciamo beffe del consorte, eh? Allora...- Rapidamente si chinò e la sollevò, prendendola in braccio. -E adesso come la mettiamo?-
Lei gli dette un breve bacio e poi disse. -Ti ho sentito sbuffare!-
-No, che non ho sbuffato. Anzi...- E attraversò la porta, entrando nella prima stanza del piccolo edificio a grandi passi. L'ambiente risultava quasi completamente spoglio, fatta eccezione per alcuni mobili tarlati, alcune suppellettili senza valore e un arazzo mezzo penzolante che aveva certamente visto giorni migliori.
-Il mio signore sarebbe così gentile da mettermi giù?- Disse lei, guardandosi un po' intorno.
-Ma certo!- Rispose lui, e si affrettò a posarla delicatamente in terra.
-Una lady deve pur cominciare a conoscere la magione di cui dovrà prendersi cura.- Con un dito staccò alcuni fili di ragnatela tesi tra un candelabro e il muro. -Che cosa mi avevi detto che era prima, questo posto?-
-La dimora del signorotto locale.-
-E lui, che fine ha fatto?- Chiese incuriosita.
-Pare che l'ultimo discendente sia passato a miglior vita una decina di anni fa senza eredi. Evidentemente, con le guarnigioni imperiali nei dintorni, non si sentiva il bisogno di un sostituto.-
-É proprio strano, come edificio.- Concluse lei, mentre gettava occhiate qua e là per le stanze.
-Giù in paese ho sentito voci che il capostipite della famiglia fosse un potente stregone. Sarà dovuto a quello.-
-Uno stregone!? Qui!?- Fece con fare preoccupato. -Non sono più sicura di voler abitare qua.-
Livius abbozzò un sorriso e gli tese la mano. -Andiamo su. C'è qualcosa che ti farà cambiare idea.-

Il verde delle colline scendeva verso il mare in una melodia di curve. In mezzo appariva il paese di Varna, accoccolato come un gatto tra le lenzuola, al punto che il piccolo molo poteva sembrare la placida coda dell'animale. Da lì il mare si stendeva, dorato dei riflessi solari e limitato solo da un cielo limpido e intenso, macchiato unicamente da un paio di nubi di consistenza cremosa. Solo la presenza mobile di qualche villico a lavoro, un peschereccio in rientro e il circolare volo dei gabbiani confermava l'appartenenza del paesaggio alla realtà, piuttosto che a qualche dipinto.
-Allora, che te ne pare?- Disse lui, abbracciando da dietro la donna ancora a bocca aperta.
-Livius... é bellissimo!-
Lui la girò tenendola per le spalle. -Tu sei bellissima.- E poi cominciò a baciarla con passione. Poco dopo mise le mani ai lacci del vestito della donna.
-Livius! C'è il bambino in giro.-
-E con Padre Varonius. Tranquilla.- Rispose mentre continuava a baciarle il collo.
-E se ci vedesse lui? Che vergogna!-
-Che ci sarebbe di male? La passione è gradita a Valerias.-
-Si, ma non fine a sè stessa. Deve portare nuova vita alla Luce Bianca.-
-Ancora con questa storia? Il libro di Jowett ti ha veramente appassionato.- Disse lui con tono contrariato mentre le mani continuavano incuranti la loro opera di denudazione.
-È un sant'uomo. Ha compreso che la chiesa andasse riformata.-
-Non lo nego.- E a quel punto abbasso lo sguardo per aiutarsi con la sottana di lei.
-Tu non mi stai ascoltando.-
-Certo che si!- Le sorrise. -Non pensi che sia arrivato il momento di dare un fratellino a Martius?- Adesso aveva cominciato ad armeggiare con i suoi, di indumenti.
-Dici sul serio?-
-Sono un nobile. Devo avere degli eredi!-
E con un ultimo gesto teatrale, la sdraiò sul vecchio tappeto tarlato.

domenica 22 marzo 2009

Considerazioni sul nuovo sistema

Al di la degli aggiustamenti "tecnici" che vanno sicuramente fatti (specie per chi tira magie) personalmente mi ha lasciato molto perplesso lo schiacciamento verso il basso.
Non vorrei che la ricerca del "realismo esasperato" avesse come effetti collaterali lo spirito e l'essenza del gruppo.

Giochiamo da più di 3 lustri e non vorrei un sistema che mi costringe a impiegare un'ora di gioco solo per affrontare 15 goblin (magari incontro casuale e inutile alla trama in corso)... e se l'obiezione deve essere "15 goblin sono un rischio che potreste evitare", mi chiedo per cosa li evitiamo.... per avversari più forti? :P
O dobbiamo affrontare i nemici solo quando siamo in superiorità? :P

Ma non stavamo giocando ad un gdr supereroistico? :P

giovedì 8 gennaio 2009

Era mio padre - parte due

Beitung, Contea di Ochalea, 11 Kaldmont 970DI
La sera era calata repentina, come succede sempre quando ci si avvicina all'inverno. La strada che stava percorrendo era una piccola via pavimentata che costeggiava il fianco della collina. Dalla parte esposta era possibile vedere l'insenatura del porto, ed i possenti bastioni a sua difesa che venivano placidamente avvolti dalla foschia spinta dai venti serali provenienti dal mare. Un paio di uomini del posto, indaffarati a riporre la propria mercanzia all'interno del negozio, lo salutarono con un breve inchino al suo passaggio. Sovrappensiero, si accorse quasi all'ultimo dei due uomini nei loro larghi e anonimi indumenti. Giusto in tempo per rispondere velocemente al saluto alla loro maniera. "Ochaleani", pensò, "hanno la disciplina nel sangue. Salutare un uomo in uniforme per loro é spontaneo quanto respirare.". Quel fugace pensiero lo abbandonò con la stessa rapidità con cui era sopraggiunto. La sua mente non poteva fare a meno di rimuginare sulla discussione appena avuta con il legato Lumatobi Dwair. Leggendo la pergamena che gli aveva presentato l'aveva guardato di traverso, come se quella comunicazione fosse una mossa di un piano complesso e articolato, piuttosto che quella semplice richiesta che era.
-Una richiesta di congedo, centurione?-
-Si, signore.- Aveva risposto, mantenendosi sull'attenti, come si conviene.
-Volete la vostra Honesta Missio, quindi.- E aveva lasciato cadere con noncuranza il rotolo sulla ricca scrivania di mogano delle isole Perla.
-Credo di essermela meritata, signore.-
-Certo certo.- Aveva detto con tranquillità. Poi aveva ripreso la pergamena e aveva continuato, piluccandovi informazioni. -Undici anni di servizio effettivo. Di ottimo servizio effettivo. Certo... la faccenda dell'arruolamento sotto falso nome...-
-Ero un ragazzo. A quell'età lo fanno tutti!- Aveva tentato di giustificarsi, ma il legato era andato avanti senza badargli.
-Due anni in quell'inferno dell'assedio di Redstone, poi il passaggio agli equites... qualche anno a Kerendas, eh, con i cavalli ci san fare, i Kerendani.-
-Sono i migliori, signore.-
-Poi qualche altro anno a Traladara, dove siete stato anche primo lanciere.-
-Giusto qualche mese, signore. Il precedente primo lanciere aveva avuto un infortunio.-
-Ed infine venite spedito qua. Un paio di armillae, una corona civica e una serie di promozioni... arrivare alla carica di centurione in poco più di un periodo di ferma non é da molti.-
-Lo so, signore. Mi considero un uomo fortunato.-
-Bene. Perché volete lasciare la legione?- Aveva detto, facendosi diretto tutto ad un tratto, piantandogli addosso quegli occhi incredibilmente scuri che hanno gli abitanti delle isole. -Siete un soldato molto utile all'impero, Meridion. Potreste aspirare a grandi traguardi.-
-Signore, il fatto é che... signore...- A quel punto aveva ceduto. -Ho una famiglia e... l'impero é grande... troppo grande.-
-Capisco.- Aveva solamente risposto il legato. Continuava a pensare a quel "Capisco" come l'incipit della frase non detta: "Capisco che per voi sia più importante la famiglia che l'impero.". Dopo quella piccola pausa, il legato aveva chiuso rapidamente.
-La richiesta é accolta. Consideratevi congedato a partire dai primi di Vatermont. Avrete la vostra Honesta Missio, la provvisione di 2500 lucini e il titolo di Cavaliere. Come saprete, il titolo non è ereditario.-
Non avrebbe voluto chiudere così la sua carriera. La legione gli aveva dato molto. Ma era altresì straziante pensare di legare i propri affetti alle licenze. Prima Asterius, e poi Vanya, l'avevano ispirato durante la sua vita, ma alla fine Valerias aveva vinto. Con quest'ultima teologica riflessione si trovò di fronte all'ingresso della caserma. Il legionario di guardia, pigramente appoggiato alla sua lancia d'ordinanza, si raddrizzò di colpo alla vista del suo pettorale argenteo da graduato. Poi, riconoscendolo, gli comunicò:
-Signore, il decurione Lindberg mi ha chiesto di riferirvi di raggiungerlo al magazzino vettovaglie quando foste tornato.
Questo era inaspettato. Cosa voleva, il vecchio Wulf?
Si congedo da legionario e si diresse deciso verso il magazzino. Wulf era uno dei commilitoni a cui era più legato, anche se le loro carriere avevano preso strade diametralmente opposte. Tanto regolare e disciplinata la sua, quanto creativa e estemporanea quella dell'amico. Si erano conosciuti sulla nave che da Città di Thyatis li avrebbe portati a Redstone. Il paffuto hattiano lo colpì subito per l'innata simpatia e carisma. Caratteristiche che lo distanziavano di parecchie leghe dal classico stereotipo della sua gente. Pare fossero proprio queste sue qualità che spinsero il padre ad arruolarlo forzatamente, nella speranza che il rigore militare riuscisse a raddrizzare il fin troppo gioviale figlio. Una volta giunti a Redstone, divenne lampante che nessun valente guerriero si celava nel giovane Wulf. Insofferente agli ordini, in affanno durante le lunghe marce, distratto quando veniva insegnata l'arte del gladio. Il suo ruolino aveva cominciato da subito a riempirsi di richiami e provvedimenti. Malgrado ciò, non si lamentava mai della vita al campo e sembrava sempre aver la battuta giusta per alzare il morale dei propri compagni o per suscitare la loro ilarità, cosa che lo rese ben presto molto popolare. La svolta, per lui, arrivò nelle fasi iniziali dell'assedio alphatiano. Una delle incursioni del nemico, pur se respinta, riuscì a volatizzare nel nulla metà del magazzino rifornimenti e il decurione suo responsabile. All'epoca Wulf si era fatto un nome tra la truppa come quello che sapeva sempre tutto di tutti, e che era in grado di rimediare beni non-regolamentari con una certa facilità. L'inflessibile tribuno Akrionigon, non avendo graduati da poter "sprecare" per tale mansione, elesse Wulf a responsabile degli approvigionamenti, pensando che se era bravo clandestinamente, lo sarebbe stato ancor di più in via ufficiale. L'intuizione si rivelò pienamente azzeccata. Nel giro di un paio di settimane i magazzini erano di nuovo pieni. E continuarono immancabilmente ad esserlo da lì in poi. L'amico gli rivelò in seguito che aveva sfruttato degli antichi tunnel, che dal forte sbucavano dietre le linee nemiche, e uno stormo di piccioni viaggiatori per coordinare i suoi contatti. Come sempre gli alphatiani, ossessionati dalla magia, non avevano pensato a contrastare i mezzi più semplici. L'abilità dell'hattiano si rivelò fondamentale, permettendo al forte di resistere all'assedio per più di due anni. Quando le truppe imperiali tornarono a ricacciare indietro gli alphatiani, trovarono l'aquila garrire sopra Redstone. Akrionigon propose Wulf per una promozione a più alti incarichi, ma lui accettò solo il grado, chiedendo di continuare con la sua mansione. Da Redstone furono poi trasferiti in luoghi differenti. Continuarono a sentirsi saltuariamente finchè non si ritrovarono di nuovo a Ochealea. Lui nel frattempo gli era diventato superiore in grado, anche se, si accorse ben presto, molte cose a Beitung si muovevano solo col consenso del suo vecchio amico.
Perciò non si stupì più di tanto quando, al suo ingresso, trovò un ambiente più consono ad una taverna che ad un magazzino militare. Il locale era illuminato da parecchi lumi a olio. Le scaffalature erano state spostate per lasciare più spazio al centro dove erano stati posizionati alcuni tavoli. L'aria era satura di fumo e, intorno ai tavoli, gruppi di legionari di vario grado si sfidavano a carte o ai dadi. L'amico era seduto al tavolo più lontano dall'ingresso, seduto su una comoda poltrona, intento a sorseggiare qualcosa con una mano, mentre con l'altra sorreggeva una graziosa donzella locale che gli sedeva sulle ginocchia. Dall'altro lato del tavolo sedeva un altro ufficiale, mai visto prima, anche lui accompagnato da una fanciulla, e apparentemente molto assorbito dalla stessa. Wulf lo notò quasi subito, facendogli cenno di avvicinarsi.
-Ehilà, Livius! Vecchio mio! Come va?- Negli anni Wulf aveva fatto di tutto pur di perdere il suo accento hattiano. Indisponeva la gente, diceva.
-Bene. Tu, piuttosto, quando ti è venuto in mente di trasformare questo posto in un lupanare?- Rispose con fare sardonico.
-Amico mio, mi offendi!- Fece in modo teatrale lui -E offendi le due signorine! La cui presenza in questo luogo è unicamente da addebitarsi alla ricerca di quello svago che, ahimè, è così poco presente in questa terra-
-Non mi sembrano aver dato molto retta alle mie parole...-
-Perchè non conoscono la lingua, vecchio mio!- Spiegò.
-Sono curioso di vedergliela usare, io.- Aggiunse l'altro graduato, rinforzando con una risata greve.
-Livius.- Riprese Wulf. -Ti presento il decurione Kassuvidis. E' appena arrivato dal continente. Stavamo scambiando due chiacchiere. Perchè non ti unisci a noi?- E indicò col bicchiere una poltrona libera.
Livius si sedette. -Ma niente signorine in cerca di svago.- Puntualizzò.
-Com'é? Thanatos vi ha mangiato il cazzo?- Disse Kassuvidis.
-Oh, no.- Rispose Wulf, divertito. -Lui è sposato.-
-E io che ho detto?- Chiosò l'altro indifferente.
-Qualche novità dal continente?- Fece noncurante Livius.
-Mah...- Attaccò Kassuvidis, scostando un po' la ragazza che teneva in grembo- ...solite cose... qualche schermaglia di poco conto sui confini con gli alphatiani... il senato che parla a vanvera... giusto quella cosa di Machetos...-
-Cos'è successo nel Machetos?- Disse lui con un po' di preoccupazione. Machetos era il suo ducato d'origine e lì viveva tutta la sua famiglia.
-Sentirai che roba, Livius.- Annunciò Wulf.
Kassuvidis proseguì. -Insomma, come già saprai l'anno scorso il vecchio duca tira le cuoia.- Livius annuì con un cenno del capo. -Beh, il suo giovane erede si insedia. Poi, dopo neanche quattro mesi, prende e va a Città, dove chiede udienza all'imperatore. E lì che fa? Propone all'imperatore di scambiare Machetos con Traladara. E l'imperatore, ed è qui la notizia, accetta.-
-Ma non ha senso!- Sbottò Livius dopo una lieve pausa attonita. -Traladara è una terra molto più grande di Machetos. Le risorse certo non mancano. Ma ci vorranno decenni, se non secoli, per civilizzarla al suo pari. Quel ragazzo è uscito fuori dalla grazia di Asterius.-
-Oh, ma il giovane duca ha fatto bene i suoi conti. Ha preteso e ricevuto piena autonomia dall'impero.- Ribattè Kassuvidis.
-Piena autonomia? Questo vuol dire che...-
-Esatto. Un proprio esercito, proprie leggi e, soprattutto, niente tributi da versare all'impero.- S'intromise Wulf. Sul suo volto campeggiava un sorriso di soddisfazione come se lui ne avesse qualcosa da guadagnare.- Mi sembra un affare geniale!-
-Non lo so.- Riprese Livius, ormai rivolgendosi solo a Wulf, dato che l'altro era tornato a prestare tutta la sua attenzione alla fanciulla con gli occhi a mandorla. -L'imperatore adesso può gestire direttamente le ricchezze del Machetos. Traladara, pur se autonoma, rimane una scommessa. Oltretutto, andando da soli, perderanno tutta la struttura di governo imperiale.-
-Ma é proprio qui che viene la parte migliore, vecchio mio. Il duca ha emesso un editto in cui invita ufficialmente nobili di buona volontà a seguirlo nella sua nuova terra. E per stimolare suddetta volontà offre terre e titoli in misura maggiore di quelli di partenza.-
-Sul serio?- Chiese Livius, che cominciava già a rimuginare sulle notizie appena ricevute.
-Proprio così. Insomma, non è interessante? Soprattuto per un neo-cavaliere come te.-
-Ma come fai a saperlo?-
-Mi stupisce che un uomo di mondo come te se lo chieda ancora. - Lo schernì. - Allora?-
-Non sono stato niente male durante la mia leva laggiù. Sì, forse Traladara offre opportunità migliori per il futuro della mia famiglia.-
-Allora proporrei un brindisi...- Dal nulla si materializzò un legionario che porse a Livius un calice pieno dell'identico liquido dell'amico. Livius lo prese, quasi rischiando di farlo cadere per la sorpresa.
-A Traladara?- Chiese.
-No. A Karameikos!-