venerdì 13 novembre 2009

Scuola di Magia - parte uno


Il messo dell'ambasciata l'aveva accompagnata fino all'ingresso. Non aveva detto una parola lungo tutto il tragitto, ma comunque averlo accanto l'aveva rassicurata; era l'ultimo collegamento con tutto ciò che conosceva. Davanti a lei, dopo la grande arcata alla fine del ponte, sarebbe stato l'ignoto.
Cominciò ad avanzare a brevi passi, gettando sguardi qua e là, come a saggiare se qualcuno si rendesse conto dell'inadeguatezza che lei sentiva così evidente. Varcata la soglia si trovò in un grande cortile stipato di ragazzi pressappoco della sua età, tutti con indosso la casacca nera d'ordinanza sopra i propri normali vestiti. Tra di loro apparivano alcuni ragazzi più grandi con l'evidente compito di controllare gli altri; portavano la stessa tunica, ma molti avevano strani simboli sul pettorale. Quello più vicino a lei, un ragazzo dalla carnagione olivastra e gli occhi allungati, aveva quella che sembrava una volpe. Costui non era, però, la persona più stravagante in giro. Intorno a lei, abituata come massima stranezza ai thyatiani, c'erano persone di tutti i tipi: capigliature ramate, pelli scure, occhi violacei, ed elfi. Ne aveva visto qualcuno a Luln, ma mai così tanti insieme. E mai così piccoli! Tuttavia le persone non erano la cosa più spettacolare. Gli edifici della scuola, che si affacciavano sul cortile, erano di una bellezza tale da incantarla. Malgrado l'aspetto antico, e anche un po' trasandato, ogni singola pietra di ogni singola parete dava l'impressione di essere stata messa con la cura e l'attenzione necessaria per un posto unico. Ed inoltre ogni angolo sembrava avere qualcosa di particolare: una nicchia, un edera rampicante, una placca commemorativa, o la statua di qualche buffo essere alato. Uno di questi, all'improvviso, si girò a guardarla. Lei continuò a fissarlo incredula e inebbetita, e a quel punto la statua gli mostrò la lingua e saltà dentro una finestra. La sorpresa fu tale, che si lasciò scappare un'esclamazione nella sua lingua madre.
-Oh, anche tu sei boldaviana?- A parlare era stata una ragazzina minuta, pallida, con i capelli neri e un sorriso talmente largo che pareva potesse scoperchiarglisi la testa da un momento all'altro.
-Boldavia? No, io sono di Luln. Come conosci la mia lingua?- Rispose lei, notando quanto i tratti della ragazza le ricordassero molte delle ragazze del suo paese.
-E' quella che parliamo tutti in Boldavia. Per questo te l'ho chiesto. Anche se adesso noto che hai un accento un po' buffo. Mica verrai dal sud? Sì, sì. Vieni dal sud. Da quel posto da cui si dice che siamo emigrati tutti. Quello che si chiama Trallallero, giusto? Un nome così carino. Perchè andar via da un posto così? Deve essere un posto allegro. Cioè, a me il nome mette allegria ma questo non vuol dire...- La ragazzina proseguì, sciorinando parole a cascata e lei non potè fare altro che osservarla, roteando gli occhi di tanto in tanto, sperando di cogliere un qualche tipo di conclusione, o che almeno si fermasse per respirare. Poco dopo, non avvenendo niente di tutto questo, gli strinse di forza la mano e disse.
-Ciao! Io mi chiamo Irina.-
-Oh. Io mi chiamo Katyiusha. Ma puoi chimarmi Katya. Oppure Kat. Kat mi piace particolarmente perchè per certe persone vuol dire “gatto”. A te piacciono i gatti? A me...-
-Sì, mi piacciono.- Disse interrompendola di nuovo. Aveva timore che la ragazzina si offendesse, e perciò aggiunse un sorriso. -E comunque, il posto si chiama Traladara. Anche se adesso lo chiamano tutti Karameikos.-
Kat non sembrava neanche sfiorata dal più remoto pensiero di offesa personale. -Ma che bello! Sono proprio fortunata! Il primo di giorno di scuola e incontro qualcuno che parla la lingua di casa, ma è di un altro paese, e gli piacciono i gatti! E' come avere una cosa che allo stesso tempo conosci ma è totalmente nuova. No, anzi. E' come avere una cosa che allo stesso tempo conosci ma è totalmente nuova con in più i gatti. Vuoi essere mia amica? Eh? Vuoi?-
Irina era allo stesso tempo lusingata e spiazzata. Se una ragazza di queste parti voleva essere sua amica da subito, forse non spiccava così tra la folla come aveva creduto. Ma com'era possibile? Tutti questi ragazzi vivevano sin dalla nascita in questo posto così strano, circondati dalla magia, mentre lei fino a poco fa era una semplice figlia di contadini. Certo, aveva compiuto quell'incredibile viaggio col principe e i suoi compagni in quella terra boscosa e scura. Tuttavia preferiva non pensarci. Parte di quel viaggio l'aveva vissuto come un vago e terribile sogno. Cosa che la faceva ancora svegliare in piena notte di tanto in tanto.
-Certo!- Le rispose infine. -Però, mi aiuterai un po' con la lingua che si parla qua alla scuola? Ho cominciato ad apprenderla da poco, e ho un sacco di paura di non riuscire a capire quel che mi diranno.-
-Nessun problema! Non la parlo tantissimo, ma la conosco bene. Sai, mio papà... anzi, cominciamo subito.- Kat si bloccò. Fece un piccolo movimento verticale con la testa come se stesse cambiando registro mentale e ricominciò in thyatiano. -Dicevo, a casa, ovviamente, parliamo tutti boldaviano. Però mio papà, che fa il mercante, lo conosce benissimo per il suo lavoro. E' bravo mio papà. Talmente bravo che dice che se non fosse per la sua abilità nel commercio non sarebbe mai riuscito a sposare la mamma. Sai, lui non ha il dono, mentre dalla parte di mamma ce l'hanno tutti. Il migliore è lo zio, infatti fa il Barone. Oh... lo fa anche perchè è il fratello grande di mamma. Lo zio è un tipo stramegamagico! Simpaticissimo! Però lo vediamo sempre poco. Una volta veniva a trovarci spesso, ma adesso lo vediamo solo qualche sera al suo castello. Forse gli sta antipatico papà, perchè ci invita sempre quando lui è in viaggio per lavoro. Boh! Che poi il mio papà è divertentissimo. Racconta sempre storielle buffissime! Ce ne una su uno zombie che divora un ethengariano che mi fa sempre ridere, anche quando sono po' giù. E tu? Che fanno il tuo papà e la tua mamma?-
Irina a quel punto non sapeva se si sentiva più sorpresa per l'imbarazzo di dover rivelare le sue umili origini o per il termine improvviso di quello che pareva essere un monologo infinito. Non voleva mentire, ma la pura verità la metteva a disagio. Decise per una via di mezzo.
-Ehm... si occupano entrambi del loro possedimento. Coltivazioni... animali... sai, cose così- Disse. Poi, poichè le sembrava di aver esagerato aggiunse. -Ma non sono nobili.-
-Un possedimento! Quindi commerciano anche loro. Magari li posso fare incontrare con papà. Anche se lui commercia una sola cosa. Ma magari è proprio quella che coltivate. Ma quindi, se non sono nobili, hai fatto l'esame?-
-Esame?- Il senso di smarrimento che s'era messo in disparte per la chiacchierata l'attanagliò di nuovo. -N-no... non ho fatto nessun esame. Ha fatto tutto il principe.-
-Aaaah! Questo spiega tutto. Sei stata presentata. Gli studenti presentati da nobili o vecchi allievi non fanno l'esame. Anch'io non l'ho fatto. Mi ha presentato la mamma! E questo principe? E' il principe di Karamellos? E com'è? Bello? Nelle favole son sempre belli, ma qui a Glantri sono tutti strani. Buffi. E quindi, mi sono detta, magari sono belli quelli degli altri paesi.-
-Karameikos. Si chiama Karameikos.- Ripetè Irina che si sarebbe spazientita se non fosse che la buona fede e l'entusiasmo di Kat erano palesi. -E sì, è il principe di Karameikos. Ed è un grande e potente mago.-
-Ma è bello?- Insistette Kat.
-E' un tipo.- Sentenziò Irina dopo averci pensato un attimo.
-Forse non devono essere maghi per essere belli. Anche se di maghi belli ne ho visti. Certo, non è che...- La interruppe uno dei ragazzi con i simboli sulla tunica, facendogli segno di fare silenzio. Questa voltà era un biondino un po' più grande di lei con un drago ricamato. Il vociare nel cortile si stava affievolendo sempre di più. La causa apparente sembrava essere l'austero anziano dalla lunga barba bianca e dai ricchi vestiti blu e viola che con sicuro incedere avanzava sul palco dinanzi a tutti. Giunto verso il centro della struttura, giusto davanti una lunga serie di persone riccamente abbigliate quanto lui, si rivolse verso la folla e, dopo essersi schiarito la gola con un colpo di tosse, cominciò a parlare. Purtroppo il cortile era troppo ampio perchè la voce del vecchio arrivasse dovunque, e Irina si rese conto di riuscire a sentire poco e niente. Anche altre matricole, nell'area a maggore distanza dal palco, si guardavano intorno smarriti. Accorgendosi del crescente brusio, il vecchio smise di parlare di colpo. Poi, dopo un breve cenno alla sua testa come a sottlineare smemoratezza, fece un ghirigoro nell'aria e cominciò a battere le mani. Il primo battito risulto indistinguibile sotto il brusio, il secondo fu un schiocco accennato, il terzo si sentì chiaramente come fosse stato prodotto a brevissima distanza. A questo punto il vecchio riprese a parlare e la sua voce risultava chiara e comprensibile a tutti, come s'intuiva dai volti di molti degli astanti che passavano dal disorientamento allo stupore.
-Buongiorno a voi, nuovi studenti, e benvenuti alla Grande Scuola di Magia. Qualunque sia la vostra provenienza, per voi questo è un grande punto di arrivo e di altresì grande inizio. La Grande Scuola non è l'unica accademia di arti arcane del Mondo Conosciuto, ma, modestamente - E qui rivolse uno sguardo all'assembramento di persone dietro di lui che lo accolserò con sorrisetti di varia entità. - una delle migliori. Non è da tutti essere accolti al suo interno, e una volta dentro vi aspetteranno grandi prove di fatica e maturità. No, non lesinerò sincerità, senza alcuna volontà nello spaventarvi, prevedendo che vi attendono corsi difficili, lunghe ore di duro studio e insegnanti severi. Tuttavia, per chi avrà la tenacia di sopportare e superare tutto ciò, il premio sarà ben congruo: qui scoprirete come funziona il mondo, quali forze e quali leggi lo governano e, soprattutto, come manipolare tutto ciò per piegare la realtà ai vostri voleri. Se vi dimostrerete meritevoli, con disciplina e creatività, il portone che avete varcato oggi, non sarà stato l'ingresso in un semplice edificio, ma in un mondo infinitamente più grande.-
Appena terminati il breve istante tra la frase finale del discorso e la consapevolezza della folla che lo stesso non avrebbe continuato, partì un discreto applauso che venne subito sostenuto vigorosamente dal gruppo sul palco e dai ragazzi più grandi.
-E con questo ho concluso. Vi lasciò nelle capaci mani degli insegnanti che sapranno darvi tutte le informazioni in merito alla vita della scuola e alle regole di condotta.- Aggiunse infine, accommiatandosi, il vecchio.
-Sembra importante, quel signore.- Fece Irina.
-Come? Ma non sai chi è?- Ribattè Kat. Che per lo stupore terminò lì la frase.
-N-no.- Rispose lei un po' insicura. Ma perchè non sapeva mai nulla?
-Quello è il Gran Maestro della Scuola! E' una delle persone più importanti e anche il mago più magicoso di tutta la nazione!-
-Wow! Davvero?-
-Sì Sì. E' fortissimo. Lo zio una volta mi ha raccontato che quando era giovane alcuni suoi parenti l'hanno ucciso, ma lui non è morto, anzi, li ha maledetti tutti, castello incluso, spedendoli in un posto fuori dal tempo.-
-Ma l'hanno ucciso o no? E poi in che senso "fuori dal tempo"?- Disse Irina, ora parecchio confusa.
-Cioè, l'hanno ucciso, ma lui mentre moriva ha lanciato la maledizione e questa ha bloccato tutto. Anche lui che moriva, capisci? E "fuori dal tempo" credo che intenda un posto in cui non ci si può arrivare.-
-Ma se lui s'è bloccato in questo posto in cui non si può arrivare insieme ai parenti e al castello, poi come ha fatto a tornare?- Incalzò ancora nel tentativo di capire il senso della storia.
-Credo che sia arrivato qualcuno lì, ma non sò dirti per certo perchè a quel punto arrivò mio papà a prendermi e lo zio s'è dileguato senza neanche salutare.-
-Tuo zio proprio non lo sopporta tuo padre... che poi cos'è che commercia?-
-Aglio.-

4 commenti:

Ulrim ha detto...

Bellissimo!!!! :D

Shame ha detto...

Un tipo!?!?!?!

lifo ha detto...

Beh, dai. Non sei 'sta gran bellezza. ;)

Ulrim ha detto...

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le magie non gli riescono...ha smesso di copulare... non riesce a fare nemmeno una tintura per capelli... ora è pure un cesso
ahahahhahahahahahahahahahah che pg inutile