sabato 15 gennaio 2022

I Predatori della Reliquia Perduta 2

Data di gioco: Ambyrmont [9] - Sviftmont [10] 1001 DI

Data reale: 1997

Fonte: Spunti dall’atlante 5, Gli Orchetti di Thar

Formazioni: 4.0, 4.1

Antefatto: dal Norwold il gruppo rientra ai minimi termini. Glayenar e Gord, abbandonarono in momenti diversi, Akira morto. Solo Aleksiev e Frollo rimangono. Il principe tenta di far resuscitare il vendicatore di Ochalea, il cui corpo ha portato con sé dal nord, ma senza successo. L’anima dell’amico, scopriranno convenendo con i sacerdoti, non è libera di tornare nel corpo, prigioniera in qualche piano dell’entropia (Eh. Tradisci il tuo stesso immortale. 'N'do' vai? Pe' tetti?). 

Dopo un breve rito sacro, officiato segretamente al castello dal patriarca Jowett della Chiesa di Karameikos, Aleksiev beve dalla coppa e ritorna umano. Frollo viene nominato barone dal duca Stefan come ringraziamento per aver permesso che il figlio si scrollasse di dosso quella pesante maledizione. Forte di questo nuovo titolo, il mezzuomo decide che è giunto il momento di riprendere in mano la questione reliquia sacra.

Motivazione: Frollo Grandepiatto ha ancora bisogno di ritrovare la reliquia del clan se vuole ristabilirne il nome e la dignità.

Svolgimento: dopo un certo periodo di ricerca, ovvero un probabile lancio dell’incantesimo Conoscenza, il principe e il mezzuomo sono pronti per ritentare l’impresa. I loro esigui ranghi vengono rimpolpati dal paladino Massimo Meridion dell’Ordine del Grifone. Espressamente richiesto dalla corona col compito di badare alla sicurezza di Aleksiev (ed evitare che ricaschi in qualche vizio disdicevole, tipo il vampirismo, che non fa mai male). Il gruppo passa alla formazione 4.0, ma neanche il tempo di stabilizzarsi così che si presenta una frattura tra - ma guarda un po’? - Frollo e Aleksiev, con quest’ultimo che abbandona la spedizione per motivi che non ricordo. Incassata la conferma del paladino, che aveva dato la sua parola e non ha obblighi di protezione se il principe rimane a casa, Frollo si mette in marcia per le Terre Brulle determinato a recuperare la propria reliquia anche a ranghi ridotti. Tuttavia, la sorte aveva in serbo per loro un aiuto inaspettato. Ormai nel pieno delle Terre Brulle, un inusuale viandante incrocia i nostri eroi. E’ un umanoide dalla pelle colore rosso acceso, munito di coda, e testa cornuta. Indossa una semplice tunica e suo unico compagno di viaggio è un tridente. Si presenta come Phaynar, della stirpe dei diabolus, pacifico popolo di un’altra dimensione. Ora, va bene che i personaggi sono degli avventurieri di mondo, un minimo di scetticismo sul nuovo arrivato sarebbe stata del tutto ragionevole. Ma una delle tradizioni più antiche e consolidate dei gdr è proprio che i nuovi personaggi giocanti si accettano così, senza troppe cerimonie, e Phaynar non era nientemeno che il personaggio temporaneo di Marco. Un diabolus mistico. Un’idea che Marco stava accarezzando, da quando avevo rimediato una copia della Rules Cyclopedia con descritte le nuove classi e le nuove razze, e che io avevo concesso a cuor leggero senza conoscere a fondo i dettagli. Perché i diabolus, essendo di un’altra dimensione non possono essere influenzati dalla magia di quella dei personaggi e, viceversa, la loro magia non può influenzare chi è della dimensione base. E quel gran fijo de… particolarmente scaltro e arguto giocatore che è Marco, mi aveva appena fatto passare sotto il naso un PG super-focalizzato nel combattimento di mischia e, di fatto, immune alla magia. Vorrei dire che ho imparato da quell’esperienza, ma mentirei. Ci casco ancora. Comunque sia, il gruppo passa alla formazione 4.1 ed entra nel vivo della spedizione.

La prima parte assomiglia tragicamente alla precedente volta: agguati continui di decine e decine di umanoidi. Malgrado siano necessarie alcune fughe comiche - Massimo si fa in un intero crinale sulla sua corazza di piastre dopo essere scivolato - si arriva ad un punto di svolta. Viene trovato l’ingresso al complesso di caverne sotterranee che gli orchetti usano per rifugiarsi, e dove le loro ricerche gli hanno rivelato hanno le loro roccaforti e, molto più importante, i loro bottini.

Tuttavia è ben presto chiaro che le caverne siano più di un semplice nascondiglio. Sotto la superficie inospitale delle Terre Brulle c’è un vero e proprio mondo sotterraneo. Vagando alla bene e meglio, ma in definitiva alla cieca, avanzano di incontro/scontro con gli umanoidi. Durante uno di questi, si assicurano i servigi di un coboldo che, per quanto riesca a farsi capire, gli promette di fargli da guida in cambio di avere risparmiata la vita. 

I giorni passano e seguendo il piccolo umanoide il gruppo ha l’impressione di procedere più speditamente, evitando ulteriori brutti incontri e disorientamenti. Ma la fame gli gioca un brutto scherzo. Terminate le razioni, si fidano della zuppa di funghi preparata dalla loro guida. Si risvegliano in gabbia in un accampamento coboldo. Riescono a fuggire, anche se purtroppo le modalità della fuga si sono perse, come troppe altre cose, nelle nebbie del tempo. 

Piegati una seconda volta, e dopo aver salutato Phaynar che prosegue il suo pellegrinaggio, rientrano a Specularum.


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